Anche sull'abc dell'economia Luigi Di Maio ci fa sognare
Le lettere al direttore Claudio Cerasa del 28 novembre 2018
Al direttore - Strasburgo decide di non decidere. Ci sta e non ci sta. Ma la legge Severino resta una boiata pazzesca ennesimo autogol della politica in linea con l’emergenza infinita. I più fessi, la maggior parte dei parlamentari di Forza Italia che votarono a favore.
Frank Cimini
Al direttore - Il governo gialloverde, la Commissione europea. Due soggetti pensosi e preoccupati e assillati dalla prospettiva di un incerto futuro. Ambedue hanno capito che una lotta all’ultimo sangue non conviene a nessuno. Meglio contenere i toni e attrezzarsi per le prove tecniche della trasmissione che andrà in onda dopo le europee. Il popolo voterà. Come no? Le prove tecniche di trasmissione servono proprio a preparare uno o più spartiti che, comunque il popolo votasse, sia/siano compatibile agli orecchi che contano: Cina, Russia, Usa.
Franco Malandra
Al direttore - Ho visto che lunedì Luigi Di Maio ha rilasciato un’intervista televisiva in cui ha detto una frase fantastica: “Dire che lo spread ci è già costato, quando invece il rendimento dei titoli è a dieci anni…” di che stiamo parlando? Sostanzialmente, il vicepresidente del Consiglio italiano sostiene che l’aumento dello spread non sia in realtà costato nulla allo stato perché il rendimento è a dieci anni. Silvio Berlusconi, durante le consultazioni, disse che i grillini non conoscevano l’abc della democrazia. Giorno dopo giorno ci stiamo rendendo conto che non conoscono l’abc neanche dell’economia.
Luca Meffi
Finora, ha detto Bankitalia, l’incremento dei tassi di interesse sui titoli di stato ha provocato “negli ultimi sei mesi un’espansione della spesa per interessi di quasi 1,5 miliardi rispetto a quella che si sarebbe avuta con i tassi che i mercati si aspettavano in aprile e costerebbe oltre 5 miliardi nel 2019 e circa 9 nel 2020 se i tassi dovessero restare coerenti con le attuali aspettative dei mercati. Un rialzo pronunciato e persistente dei rendimenti, a parità di tassi di crescita nominale dell’economia, aumenta il rischio che la dinamica del debito si collochi su una traiettoria crescente”. Inoltre, sempre secondo Bankitalia, gli effetti negativi dello spread intanto hanno già colpito la ricchezza italiana determinando “una riduzione del valore della ricchezza finanziaria delle famiglie che alla fine di giugno era inferiore del 2 per cento (poco meno di 85 miliardi) rispetto alla fine del 2017, nonostante i significativi investimenti netti (oltre 24 miliardi). Negli ultimi mesi il peggioramento dei corsi azionari e obbligazionari si sarebbe riflesso in un’ulteriore perdita di valore di circa l’1,5 per cento”, ovvero circa 60 miliardi. Dire, come ha sostenuto Di Maio, che lo spread non ci costa nulla perché il rendimento dei titoli è a dieci anni è come se Di Maio accendesse un mutuo con tassi molti alti convinto che sia gratis perché tanto gli interessi li pagherà in trent’anni.
Al direttore - Grazie al Foglio ho potuto seguire la vicenda dell’ospitalità data dal Politecnico di Milano a un convegno sulla agricoltura biodinamica. Sono un medico, professore associato in pensione presso La Sapienza di Roma. Ho insegnato Virologia per alcuni decenni agli studenti di Medicina, ho fatto ricerca di base presso il laboratorio di Biologia cellulare del Cnr di Roma per più di trent’anni. Fin dall’inizio ho condiviso quanto sollevato dalla professoressa Cattaneo che ha motivato autorevolmente l’inopportunità per il Politecnico di ospitare una manifestazione così chiaramente senza alcuna base scientifica. Essendo io iscritta da molti anni al Fai, mi sono rivolta a questa benemerita istituzione culturale, rilevando che sponsorizzare iniziative che aggravano lo stato di “diseducazione” scientifica del nostro paese mi amareggia e mi offende. Non c’è difesa del patrimonio culturale che valga a giustificare la tessera di un’associazione che promuove pratiche esoteriche e oscurantiste. Basti pensare che la biodinamica “certificata” prescrive, tra i rimedi per le colture, corni di vacca (che abbia figliato almeno una volta) ripieni di letame, o vesciche di cervo pieni di fiori di achillea, il tutto da applicare, sotterrare o dissotterrare secondo cadenze astrologiche. In un singolare esercizio di ribaltamento della realtà, il vicepresidente esecutivo del Fai, Marco Magnifico, per tutta risposta mi ha scritto che se la prof.ssa Cattaneo fosse vissuta nel Seicento probabilmente avrebbe ritenuto giusto bruciare le streghe, che oggi tutti sappiamo non esistere, e mi ha ricordato che, contro le tesi oscurantiste della senatrice e di coloro che la sostengono, vi sono 56 ricercatori che hanno fatto sentire la loro voce a favore della scelta del Politecnico. Il dott. Magnifico probabilmente ignora che, se oggi non bruciamo le streghe, lo dobbiamo proprio alla scienza, al metodo galileiano, a quanti come la prof.ssa Cattaneo e gli oltre 130 ricercatori del Politecnico, il Gruppo 2003, la Società italiana dei genetisti agrari, il Cicap, etc., rifiutano di avallare pratiche esoteriche che il Fai invece adotta, ad esempio, nella gestione del suo podere di Punta Mesco. Grazie e cari saluti.
Prof.ssa Gioia Turchi Carrara