Il governo che vede nemici ovunque
Le lettere al direttore Claudio Cerasa del 23 gennaio 2019
Al direttore - “La sapete quella sul frenco coloniele?”.
Giuseppe De Filippi
Al direttore - E’ possibile che i principali esponenti vedano nemici ovunque? La Commissione Ue, la Banca centrale europea, la Banca d’Italia, il Fondo monetario internazionale, di conseguenza tutti i previsori che hanno elaborato stime di crescita del pil nell’anno pari allo 0,6 per cento o ben al di sotto di tale percentuale, la Francia: questi, per segnalarne una parte, sarebbero i presunti avversari del governo pentaleghista. Mai, però, che alle contestazioni rivolte a questi e ad altri soggetti si aggiunga l’indicazione delle motivazioni per le quali le tesi o i dati sostenuti non sono affidabili; anzi, costituirebbero, secondo i gialloverdi, un colpo pregiudiziale inferto a questo esecutivo, mentre ai precedenti governi ci si sarebbe astenuti dal farlo, cosa che non risponde affatto al vero. Siamo nei pressi del funesto “molti nemici, molto onore”? Sia chiaro: non è certo vietato dissentire da quanto fanno le istituzioni testé indicate. Ci mancherebbe altro. Ma occorre che esponenti di punta nei quali si identifica, addirittura, il governo lo facciano argomentando adeguatamente, adducendo motivazioni logiche e serie, basate anche, quando possibile, su dati certi, dismettendo vacue espressioni di accusa. “Vaste programme”? Non si è in grado di farlo? Allora è preferibile tacere e, semmai, attrezzarsi per dotarsi di uno staff in grado di compiere analisi e valutazioni affidabili, se proprio si continua ad avere il deleterio complesso dell’accerchiamento da parte di enti autorevoli e credibili: non sarebbe la scelta migliore, ma si eviterebbe, forse, agli italiani di ascoltare improperi e contestazioni da vaniloquio. Con i più cordiali saluti.
Angelo De Mattia