Le isole non esistono, esiste l'isolamento. Meglio Banfi che Toninelli

Al direttore - Maduro: presto! Adottiamo il Franco Coloniale.

Giuseppe De Filippi


  

Al direttore - I simboli, come si sa, contano molto in politica e, più in generale, nella comunicazione. Aquisgrana, dal latino Aquisgranum, è una città della Germania dal passato storico rilevante e denso, sede di due trattati di pace: del 2 maggio 1668 tra Francia, Inghilterra, Paesi Bassi, Svezia e Spagna; del 18 ottobre 1748, fine alla guerra di successione austriaca. Ma già dal 25 dicembre dell’800, con l’incoronazione a imperatore di Carlo Magno, divenne per alcuni secoli una delle città più importanti del Sacro romano impero, dove per romano impero non si indicava soltanto il richiamo all’eredità antica di Roma, ma anche e soprattutto l’ecumene romana, ovverosia lo spirito e la tensione universalistica europei. Io credo che detto spirito e tensione abbiano voluto riprendere Macron e Merkel nel sottoscrivere ieri, proprio ad Aquisgrana, il rinnovo del trattato di collaborazione franco-tedesco del 1963 tra De Gaulle e Adenauer. Da tutto questo l’Italia rischia di allontanarsi e di autoisolarsi con la politica muscolare nazionalista che il governo gialloverde sta perseguendo verso l’Ue e i nostri alleati tradizionali, rinunciando a sviluppare e costruire un proprio rapporto di collaborazione e virtuosa competizione (dal latino cum+petĕere, gareggiare insieme) con il nucleo forte francese e tedesco del nostro continente.

Alberto Bianchi

   

Isolarsi significa sentirsi un’isola e in un mondo magnificamente globalizzato chi sceglie di sentirsi un’isola non si sta proteggendo: sta solo uscendo dal mondo. Su questo tema la grande Nadia Terranova è al lavoro per noi e vi stupirà.


    

Al direttore - Caro Cerasa, assistendo ad alcune esternazioni dei leader gialloverdi, si capisce come spesso le folle seguono con grande facilità gli “oracoli” che (apparentemente) sembrano depositari di verità controsistema. Il caso del franco Cfa, del “fascismo liberale”, di quanto sia “obsoleta la democrazia rappresentativa”, sono solo le ultime. Nella storia, le folle spesso si sono lasciate ingannare, alcune volte invece hanno avuto i mezzi per elevarsi e prendere nelle mani il proprio destino senza affidarlo ad avventurieri della politica. Ci sono persone che per esprimere il meglio di loro stessi hanno bisogno di “sparare” le loro opinioni contro qualcuno, vagheggiando di un cambiamento senza però aver mai sperimentato il fascino del potere: nulla è più pericoloso di politicanti nutriti da mere astrazioni, sogni e utopie. Marco Minghetti scriveva “la logica non trionfa sempre nel mondo e rare volte nelle assemblee politiche”. E ora? L’Italia è confusa… questo deve preoccupare e non c’è niente da rallegrarsi.

Andrea Zirilli


   

Al direttore - C’è coerenza nella scelta di Di Maio nell’inviare l’ottimo Lino Banfi all’Unesco: a comico Grillo, comico e mezzo. Sempre nella grande tradizione di Bertoldo, che, fattosi astronomo, spiegò al suo Re, con un trogolo di latte, quale fosse l’essenza della luce. Cordialmente.

Angiolo Bandinelli

   

Onestamente, meglio Lino Banfi che Danilo Toninelli.

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