Lezioni di Ponti e Parisi su numeri manipolabili e precari che non esistono
Al direttore - Adesso ci diranno che però si perderebbero le accise del carburante con cui di Di Maio va ogni mattina nei ministeri.
Giuseppe De Filippi
Al direttore - L’emergenza del latte ovicaprino insegna che in agricoltura le crisi devono essere sempre prevenute. I pastori sardi sono imprenditori, non hanno bisogno di assistenzialismo o sussidi una tantum, ma di relazioni di filiera. Positivi i Tavoli avviati al ministero ma occorre un nuovo approccio sistemico che promuova l’incontro fra le esigenze di domanda e offerta, evitando le speculazioni nei confronti degli operatori a monte della filiera, con la costante cabina di regia delle istituzioni. L’intervento deve configurarsi come un disegno progettuale, non la mera risoluzione burocratica dall’alto come fu per l’etichettatura, mai tradottasi in un aumento dei prezzi di grano duro e riso. Per valorizzare il made in Italy non basta il marchio di italianità, serve controllo su tutto il processo di filiera. Contro le crisi è indispensabile la diversificazione dei canali commerciali e l’innovazione, implementando le strategie di marketing. Come scritto dal prof. Frascarelli su questo giornale, l’autarchia non può essere la soluzione. Gli accordi commerciali internazionali sono indispensabili e proteggono anche i soggetti più deboli, a dispetto della pubblicistica che privilegia la visione di un mondo rurale idilliaco a “km zero”. A un anno dell’entrata in vigore del Ceta, l’accordo di libero scambio tra l’Ue e il Canada, i dati della Commissione europea indicano per il settore agricolo un aumento rilevante dell’export. E’ opportuno ricordare che il made in Italy è anche trasformazione di materie prime agricole, esempio virtuoso le filiera di eccellenza della pasta e del prosciutto. Va peraltro stigmatizzato il continuo allarmismo sulle contraffazioni alimentari in un paese dove il consumatore è tutelato da rigidi controlli e normative in tutto il settore. Altro aspetto imprescindibile contro le crisi, le misure di sostegno in ambito europeo come avviene negli Stati Uniti, dove i programmi assicurativi e i fondi di mutualità sono la voce più importante della politica agricola.
Dino Scanavino, presidente nazionale Cia-Agricoltori italiani
Al direttore - In un celebre quadro di Pieter Brueghel il Vecchio, “Lotta tra Carnevale e Quaresima” (1559), Carnevale è un macellaio grasso, che sta a cavalcioni di un barile spinto da un uomo travestito di giallo, colore che simboleggia l’inganno. Quaresima è invece una donna magrissima, vestita da religiosa. Regge una paletta con due misere aringhe che si contrappongono all’abbondanza di pane e carne che circonda il suo rivale. Alle loro spalle si sviluppano due scene molto differenti. A sinistra lo sfondo è costituito da un’osteria affollata dove la birra scorre a fiumi, mentre ai suoi lati si intrattengono gruppi di commedianti e giocatori di dadi. A destra lo sfondo è costituito da una chiesa, da cui escono fedeli in abito scuro che fanno la carità a storpi e mendicanti. Al centro c’è una coppia. La figura maschile ha un rigonfiamento sulla schiena, che allude al carico di colpe e debolezze dell’uomo, causa delle intolleranze e delle violenze di cui è piena la storia. La figura femminile, invece, porta legata alla cintura una lanterna spenta, che si contrappone alla torcia retta da chi la guida: spento il lume della ragione, entrambi seguono quello della follia. Ecco, lo scontro sulla Tav e la confusione che in queste ore regna sovrana nel governo confermano un’antica verità, ritratta dal grande pittore olandese con superba potenza espressiva: ovvero che al tempo del Carnevale, della diversità fatta festa in cui ogni pazzia è lecita, segue sempre il tempo dell’espiazione e della catarsi, quello della Quaresima e della settimana santa. Preghiamo e prepariamoci, quindi: con Salvini e Di Maio sull’orlo di una crisi di nervi, sarà una Pasqua bellissima.
Michele Magno
In attesa di una Pasqua bellissima, e in attesa di capire quali perle di saggezza politica ci regaleranno Salvini e Di Maio, gli eroi di lotta e di governo della settimana non sono ministri ma sono due tecnici gialloverdi che ci regaleranno grandi soddisfazioni. Il primo è il grande professor Marco Ponti che confermando quanto aveva già detto nel corso della sua audizione parlamentare sulla Commissione costi benefici sulla Tav, ogni cosa è manipolabile, ha detto Ponti, con lo stesso tono con cui Jonathan Safran Foer direbbe che ogni cosa è illuminata, ieri ha dovuto fare i conti con una notizia non male scovata dal tg de La7: uno studio riservato della Commissione europea (“The impact of Ten-T completion on growth, jobs and the environment”) dedicato ai vantaggi del corridoio Mediterraneo di cui fa parte la Torino-Lione che stima risparmi di tempo notevoli per trasporto passeggeri e merci e una forte ricaduta occupazionale e redatto da numerosi ricercatori di varie nazionalità tra cui la Trt trasporti e territorio, la società milanese di cui Marco Ponti è presidente. Fantastico, eroico. Così come fantastico ed eroico è stato due giorni fa il nuovo presidente dell’Anpal, il professor italo-americano Mimmo Parisi, che, dovendo rispondere in commissione parlamentare sul tema dei navigator, magnificamente pronunciati da Parisi navighieitor con accento a metà tra Soho e Ostuni, ha detto due verità fantastiche, in un frammento dell’audizione casualmente non caricato sul sito della Camera. Domanda di Paolo Zangrillo (FI) sui navigator precari: “Ho come il sospetto che non appena incrociano un’offerta di lavoro se la prendono loro”. Risposta di Mimmo Parisi da Ostuni: “Magari! Così li stabilizziamo tutti. Sarebbe un piano eccellente!”. E poi, un istante prima, sempre rispondendo a Zangrillo: “Ah sui precari, vorrei rispondere alla domanda. Non li chiamerei precari, non so perché si chiamano così. E’ un contratto a tempo determinato…”. Parisi in altre parole ammette che il meccanismo dei navighieitor non è del tutto lineare – 6.000 persone assunte senza concorso a tempo determinato che devono aiutare coloro che ricevono un reddito di cittadinanza a trovare un lavoro a tempo indeterminato – ma in un istante poi smonta anni di propaganda anticasta dicendo, da presidente dell’Agenzia nazionale per le politiche attive del lavoro, che i “precari” non esistono, esistono semmai lavoratori che lavorano a tempo determinato e che non possono essere più considerati lavoratori di serie B. Viva Ponti, viva Parisi!
Al direttore - Caro Direttore, non so se la linea Zingaretti veramente possa approdare a scelte di restaurazione come si teme nell’articolo dell’8 marzo di Salvatore Merlo. Una restaurazione, però, secondo me, guardando alle formazioni dalle quali è sorto il Pd, sarebbe necessaria e riguarda il rigore e l’efficacia nel sostenere una linea di politica economica, anche se queste qualità non sempre sono state presenti, e, soprattutto, la posizione nei confronti della Banca d’Italia, della sua autonomia e indipendenza, mettendo definitivamente alle spalle la sciagurata mozione anti-Visco che fece la fine ingloriosa nota. E’ fondamentale distinguersi nettamente dalle iniziative della maggioranza su riserve auree, statizzazione dell’Istituto, nomine nel Direttorio, ruolo della inchiesta parlamentare sulle banche. Se per guarire l’Italia dai senza cervello, come titola il Suo articolo anch’esso dell'8 marzo, può essere utile anche una restaurazione “cum juicio” dell’intelligenza e della saggezza politica, unita al rigore, allora ben venga anche questo ritorno che non sarebbe un arretramento, ma, paradossalmente per la situazione oscurantista in cui siamo piombati, un sicuro avanzamento.
Angelo De Mattia