Travaglio, il governo e la differenza tra un falso e un fatto

Al direttore - Haftar si candidi alle elezioni!

Giuseppe De Filippi

 


 

Al direttore - Mi sono fidanzato con Jennifer Lawrence. Salvo intese.

Michele Magno

 


 

Al direttore - Ho letto il pezzo apparso ieri sul Foglio dal titolo “La distorsione Kaczynski” nel quale Fratelli d’Italia è elencato tra i partiti che si recano in Polonia “in cerca di alleanze europee” con il partito di governo Pis. A tal riguardo le segnalo che Fratelli d’Italia ha aderito al gruppo europeo di Ecr, guidato proprio da Pis, già dal mese di novembre 2018. Proprio per questo qualche settimana fa 30 delegazioni europee, tra cui Pis, hanno partecipato a una grande convention a Roma per celebrare l’ingresso di Fratelli d’Italia nella famiglia europea dei sovranisti e conservatori. Mercoledì mi sono recata in Polonia, non a “cercare alleanze” ma a concordare con l’alleato Kaczynski le battaglie da condurre insieme nel prossimo Parlamento europeo. Sono tutte informazioni che un giornale attento alle dinamiche europee come il vostro sicuramente conosce.

Giorgia Meloni

 


 

Al direttore - Ho sentito Travaglio dire da Massimo Giletti la seguente frase: “Ti pare normale che si guastino quasi tutte insieme le  scale mobili  della metropolitana?”. Caro direttore, ma era Travaglio o era Crozza?

Luca Meffi

 

Tra le molte tesi creative sfoderate negli ultimi giorni da Marco Travaglio – il complotto delle scale mobili a Roma contro Virginia Raggi è una pista che un buon cane da tartufo non dovrebbe farsi sfuggire – la più suggestiva riguarda un’affermazione fatta due sere fa a “Otto e Mezzo” da Lilli Gruber quando il direttore del Fatto ha posto ai suoi interlocutori e in particolare alla bravissima Mara Carfagna una domanda che forse neppure Rocco Casalino avrebbe avuto il coraggio di fare: “Io vorrei sapere un solo cantiere bloccato da questo governo: non ne troverà neanche uno perché in Italia i cantieri sono bloccati da molti anni”. Sul tema dei complotti delle scale mobili Travaglio è obiettivamente insuperabile, ma sul tema delle infrastrutture il direttore del Fatto mostra qualche piccola lacuna. Gli offriamo qualche esempio utile per avere maggiori strumenti per distinguere un fatto da un falso. E’ un fatto che in Italia esistono alcune opere il cui iter burocratico d’approvazione è concluso da mesi e per le quali manca solo il via libera finale che non arriva per questioni di natura politica. E’ un fatto che il progetto della Gronda (4,3 miliardi) è stato inviato al Mit lo scorso agosto, per il via libera finale, ed è un fatto che la Gronda sia stata bloccata da Toninelli. E’ un fatto che il passante di Bologna (700 milioni di euro) è un progetto pronto e che il Mit blocchi la convocazione della conferenza dei servizi dallo scorso settembre. E’ un fatto che ai progetti di terze corsie sulla A14 (Bologna-Ravenna), sulla A1 (Milano-Lodi), sulla A11 (Firenze-Pistoia) manchi solo il via libera finale del Mit per iniziare i lavori (valore dell’operazione 1,1 miliardi) ed è un fatto che i progetti siano bloccati dal governo. In totale fanno sei miliardi di opere già cantierabili per il 2019. Sono tutte opere che hanno completato l’intero iter autorizzativo. Sono tutti investimenti di Aspi. Tutti cantieri che il governo poteva aprire e ha scelto di chiudere. Un fatto è un fatto. Un falso è un falso.

 


 

Al direttore - Considero scandaloso l’accanimento nel voler risarcire, brevi manu, i c.d. truffati dalle banche, persino se azionisti o obbligazionisti strutturati; ciò in palese violazione non solo delle regole europee, ma delle stesse norme che il governo ha introdotto nella legge di Bilancio. Premesso che non si comprendono le ragioni per cui tocchi allo stato porre riparo, con i soldi di tutti, alla dabbenaggine di alcuni e ammesso che ci sia stata, la truffa dovrebbe pur essere accertata da un tribunale. Oppure basta l’autocertificazione degli interessati, come per le vaccinazioni?

Giuliano Cazzola

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