Il populismo non deraglierà solo se tradirà il contratto di governo
Al direttore - Leggo un editoriale non firmato sul Foglio che tesse le lodi di una proposta di legge che introdurrebbe una riduzione di pena per l’aiuto al suicidio portato da parenti stretti del paziente. In questo modo, un fronte parlamentare al quale il Vostro giornale plaude punta a bloccare l’intervento della Corte costituzionale sul processo a mio carico. Si potrebbe fare ironia sulla correlazione tra il grado della parentela e quello del liberalismo della proposta. Il delitto d’onore funzionava sulla base degli stessi princìpi. Mi limito però alla segnalazione di una falsa informazione che l’editoriale fornisce, quando scrive che “la sola calendarizzazione impedirebbe alla Corte di procedere”. Per quanto questa frase possa essere colta nel senso positivo che un simile mostro giuridico lo si voglia solo calendarizzare e non anche approvare, presentare un proprio auspicio come un fatto obbligato (non si scrive “potrebbe indurre la Corte”, o “dovrebbe indurre”, ma “impedirebbe alla Corte”) equivale a trarre in inganno il lettore.
Marco Cappato Associazione Luca Coscioni
Il nostro amico Marco Cappato ha il difetto di confondere spesso l’ideologia con la realtà. La realtà, su un tema delicato come quello dell’aiuto al suicidio, è che in Italia esiste anche chi non ha la sua stessa idea su questo punto e chi crede che non debba essere una corte di giudici costituzionali a stabilire se sia o meno reato. E dato che la sovranità appartiene al popolo è lecito quantomeno pensare e scrivere che debba essere il Parlamento di eletti a legiferare in materia. Il Parlamento, non la piazza, le associazioni o qualche sit-in. Quanto al fatto che il solo calendarizzare il provvedimento impedirebbe alla Corte di esprimersi è un parere diffuso tra parlamentari di grande esperienza di entrambi gli schieramenti e siamo certi che Cappato non vorrà ingannare i suoi elettori trasformando in verità quella che è una sua legittima anche se da noi non condivisa opinione personale. Buon lavoro.
Al direttore - E voi pensate che ci sia anche un solo onorevole/sottosegretario/ministro del Movimento 5 stelle disposto a dimettersi per la questione di principio della Tav? Ma che siamo matti? E quando ripassa ’sto treno?
Roberto Iossa
Al direttore - Con la svolta di Conte sulla Tav – a proposito della quale qualcuno impudentemente ha evocato la svolta di Salerno, mettendo insieme nani e giganti – cade l’ultimo pilastro della propaganda dei Cinque stelle e si sancisce il dominio, ormai, della Lega al quale, quasi vittime della sindrome di Stoccolma, i “grillini” appaiono ormai assuefatti. Potrà esservi, poi, qualche contentino sull’autonomia regionale differenziata e, qua e là, manifestato con benevoli concessioni, ma ora veramente la dominanza del Truce, come lo chiama Giuliano Ferrara, è sancita. Altro che esercitarsi, da parte dei 5 stelle, nella strampalata costruzione del “mandato zero”, un esempio di “metodo in questa follia”. Per l’eterogenesi dei fini, potrebbe tuttavia essere, questa, l’occasione che provoca, alla fin fine, anche per un sussulto di dignità, una rottura che porta alle necessarie elezioni anticipate? O la condizione determinatasi, che mette in mostra la chiara debolezza politica dei grillini a fronte della loro forza numerica in Parlamento, è tale che accentua la subalternità di questi e il loro timore del confronto elettorale? Si vive in questa condizione, mentre problemi gravi sono alle porte, a cominciare dalla sessione di bilancio. E, purtroppo, ci si deve forse preparare ancora allo “stop and go” dei contrasti nel governo, seguiti da composizioni che precedono nuovi contrasti.
Con i più cordiali saluti.
Angelo De Mattia
Dove si dimostra che l’unica speranza che ha l’Italia di sopravvivere al contratto di governo populista è quella di avere populisti disposti a riconoscere che l’unico modo di restare a galla è rendere non credibile il contratto di governo populista.
Al direttore - Nell’articolo pubblicato il 19 luglio 2019 intitolato “Savoini e l’invasione della Polonia, Borghi e i minibot. Salviniani alternativi”, a firma di Luciano Capone, con riferimento al prof. Paolo Bellavite si legge: “In altre occasioni Salvini aveva invitato a leggere il libro di Paolo Bellavite, un altro idolo dei no vax, che continua a ribadire la infondata correlazione tra vaccini-autismo”. L’affermazione è falsa e lesiva della reputazione del prof. Bellavite. Egli infatti non è “un idolo dei no vax”, essendo invece un noto e stimato medico chirurgo e ricercatore, già professore associato di Patologia presso l’Università di Verona, che vanta numerosissime pubblicazioni di carattere scientifico, anche di vaccinologia, in riviste internazionali accreditate, quali PubMed. Il professore è inoltre autore del libro “Vaccini sì, obblighi no” nel quale – come in ogni altra sua pubblicazione scientifica – lo stesso non ha mai sostenuto la sussistenza di una provata correlazione tra vaccini e autismo.
Avv. Mirella Manera
Al direttore - E quando avevi detto “non si farà”. Ma si fa. E quando avevi detto “non passeranno” e sono passati. E quando avevi detto due. Poi fai contare lo zero. E quando avevi detto “venga a parlare”. E non è venuto. E quando stavi vincendo. E cominci a perdere. E quando contavi tanto. E non conti più. In quel momento. Proprio in quel momento. Il Pd vuole allearsi con te.
Luca Bizzarri