Con il telefono sempre acceso, ma com'è diventato Dulce il Truce
Al direttore - Se la crisi di governo finisse con un rimpastone (difficile, ma non impossibile), forse chi voleva salvare l’Italia con Giggino qualche domanda dovrebbe farsela. In ogni caso, da elettore del Pd al “lodo Bettini” (Goffredo) preferisco il “lodo Delors” (Jacques): “Da Pierre Mendès-France ho imparato una grande lezione: è meglio perdere un’elezione che perdere l’anima. Un’elezione si può rivincere dopo cinque anni, che vuole che sia? Ma se si perde la bussola, o si perde l’anima, per ritrovarle ci vogliono generazioni”.
Michele Magno
Leggo questa frase e rido. 8 agosto 2019, nota della Lega: “Ogni giorno che passa è un giorno perso, per noi l’unica alternativa a questo governo è ridare la parola agli italiani con nuove elezioni”. Salvini, 15 agosto: “Continuare con il M5s? Il mio telefono è sempre acceso”.
Al direttore - In sintesi, può spiegarmi come andrà a finire?
Luca Maffei
Sintesi. Salvini aveva un accordo con Zingaretti per votare. Renzi scombina i piani e costringe il Pd a lavorare a una proposta al M5s. Salvini si spaventa e fa marcia indietro. Il pallino torna al M5s, che decide di non tornare da Salvini. A oggi, governo Pd+M5s più sì che no.
Al direttore - Il potere logora chi non ce l’ha più.
Luca Cecchini
Ma guarda come è diventato Dulce, il Truce, pur di non dover mettere il prossimo anno al Papeete la musica da capo dell’opposizione.
Al direttore- Forse nel futuro prossimo fare il “ganzino” sarà un codice comune. La gerarchia sociale vedrà al vertice degli io grossi come case, gongolanti davanti a specchi stampati su carta. Battute di spirito, moine, strizzate d’occhio, ammiccamenti punteggeranno le rivendicazioni, la prospettiva, le giustificazioni. Alla televisione, sulla stampa e poi anche al cinema i cialtroni animeranno la nostra quotidianità. Chissà che risate e che drammi. Mi sono svegliato con un ricordo vago eppure mi pare che esistano animali che per istinto si spingono avanti fino al suicidio. Sapevo bene di cani che in morte del padrone si lasciano morire, lentamente con gli occhi tristi dietro palpebre abbassate o del delfino a cui avevano accoltellato l’istruttrice che rifiutò di accettare cibo da chiunque altro fino a morire. Ma queste sono vicende umane. Le termiti invece che si lasciano esplodere per emettere un odore che respinge gli assalitori e così salvare il nido sono un esempio che la natura offre ai più attenti che non sono mai a sufficienza. Ora prendendo gli ingredienti di questa banale pensata e riportandoli a casa, ora, qui, vedo poco del delfino e del cane. Mi pare più vicino l’esempio delle termiti: far puzzo per scoraggiare gli aggressori. Su questo una cosa va detta. Il puzzo lo sappiamo far bene. E che puzzo.
Guelfo Guelfi
Al direttore – Nel caso della morte, a soli 40 anni, di Nadia Toffa la campana è suonata per tutti noi, perché, come ha scritto John Donne, “nessun essere umano è un’isola’’. L’umana solidarietà non può venire meno davanti alla sofferenza e al coraggio di una giovane donna. Ma sulla giornalista (come sui colleghi delle Iene) non ho cambiato idea. Per me hanno contribuito (insieme ai loro autori ed editori) allo sfascio di questo paese.
Giuliano Cazzola