Taglio dei parlamentari? No: del salvinismo. Un buon cambiamento
Al direttore - Al di là della riuscita o meno della trattativa fra il Pd e il M5s sarebbe fondamentale che sia dal centrodestra sia dal centrosinistra si coaguli quello che in gergo viene chiamato il “partito del pil”, cioè un partito moderato riformista liberal-democratico e garantista. A nostro avviso uno spezzone di questo nuovo soggetto politico dovrebbe essere già in campo perché storicamente Forza Italia è stata sempre un partito di centro e ha dato vita a un centrodestra in cui era preminente anche rispetto alla Lega nord. Purtroppo, da diverso tempo questa tendenza è stata rovesciata e allo stato attuale Forza Italia è un partito del tutto subalterno a Salvini. In questo quadro non possiamo fare a meno di dare alla senatrice Mariarosaria Rossi l’onore delle armi. In una dichiarazione di ieri ha posto il problema di fondo che oggi travaglia Forza Italia: perché oggi un cittadino dovrebbe votare Forza Italia? Quelli di orientamento per così dire sovranista votano per la Lega di Salvini o per Fratelli d’Italia della Meloni; perché gli elettori di orientamento moderato, centrista, liberale, europeista dovrebbero votare per Forza Italia così schiacciata su un centrodestra guidato da Salvini? Per parte nostra aggiungiamo altre due questioni; a oggi, Forza Italia non ha alcuna garanzia di realizzare una coalizione contrattata con Salvini mantenendo un minimo di identità e autonomia, anche accettando la subalternità più totale. Il presidente del gruppo della Lega alla Camera, Molinari, che è persona civile e sobria, ha detto che il futuro centrodestra a guida Salvini sarà del tutto diverso da quello che c’è stato finora. Seconda questione: anche i sassi sanno che i parlamentari di Forza Italia temono come la peste le elezioni immediate: allora perché i portavoce di Forza Italia continuano a gridare in modo ossessivo “al voto, al voto”? L’effetto di questa invocazione è semplicemente grottesco.
Fabrizio Cicchitto
Serve una destra non truce. E il Cav. sa che con il mostruoso governo rosso-giallo le possibilità che una destra non truce possa avere il tempo di organizzarsi per mettere in mutande la destra truce aumentano piuttosto che diminuire.
Al direttore - Molto cordiali e proficui i colloqui, a Biarritz, tra Donald Trump e Boris Johnson. I due si sono persino scambiati gli indirizzi dei loro parrucchieri.
Giuliano Cazzola
Order!
Al direttore - Non sappiamo se ne fosse al corrente o meno, sta di fatto che l’improvvida (anche se non nuova, aveva già detto la stessa bestialità un paio d’anni fa, il che è oltremodo preoccupante) dichiarazione del gesuita in chief, padre Abascal, circa la natura simbolica del diavolo è avvenuta poche ore prima dell’uscita nelle sale cinematografiche dell’ultimo (e bellissimo) film di Pupi Avati intitolato, tu guarda il caso, “Il signor Diavolo”. La qual cosa, va detto, è piuttosto singolare. E pure inquietante, per certi aspetti. Visto l’andazzo forse un esorcismo preventivo a beneficio del baffuto successore di sant’Ignazio (e nostro) potrebbe non essere una cattiva idea. Con l’occasione, sarebbe anche opportuno che qualcuno facesse notare all’imbarazzante Abascal che, trattandosi di vezzo mondano e secolare per giunta rivelatore di un qualche cedimento alla vanità, i baffi addosso a un ministro di Dio sono uno spettacolo poco o nulla edificante. Anche no, grazie.
Luca Del Pozzo
Al direttore - Salvini sempre chiuso nelle quattro miserabili mura delle sue ossessioni. Mentre il mondo discute di clima, di disuguaglianza, di integrazione, di politiche serie sull’immigrazione, di formazione e politica industriale… lui lo trovi sempre lì, nascosto come un cecchino, a presidiare il nulla.
Paolo Repetti
Epperò: non sente anche lei una piacevole brezza politica di cambiamento climatico?
Al direttore - Sono curioso di conoscere la ragione profonda per cui il taglio dei parlamentari sarebbe la priorità della politica nazionale in un’Italia che ha un deficit spaventoso, un apparato economico sempre più controllato dagli stranieri, una demografia sul precipizio, una giustizia indecente, una ‘ndrangheta egemone nel mondo e un sistema politico-istituzionale che fa crac per la precarietà dell’esecutivo in balia degli umori dei dilettanti allo sbaraglio (con o senza contratto aziendale). Se la ragione del taglio-totem è il risparmio di 50 milioni l’anno, consiglierei i suoi alfieri di provare a sostenere l’esame d’ammissione dall’asilo infantile alle elementari in una qualsiasi scuola di politica istituzionale. Un saluto.
Massimo Teodori