Trasformismi chi? Che rischio è avere un governo per l'Europa
Al direttore - Quindi ora di Maio è alleato pure proprio col partito di Renzi?
Giuseppe De Filippi
Al direttore - Lei afferma che “i paesi in cui si può esercitare il trasformismo sono quelli in cui è possibile esercitare la libertà”. Converrà che la frase appaia un po’ eccessiva considerato, tra l’altro, che il trasformismo è fenomeno così italiano che non ne esiste traduzione in alcuna altra lingua. La verità è che il trasformismo non è “il pilastro su cui si fonda la libertà parlamentare” ma la tendenza che caratterizzò la vita politica italiana dopo l’Unità. Il vizio di fondo dell’Italia contemporanea. Giolitti fu in grado di esercitare il potere politico e governativo sulla base di pratiche trasformistiche possibili in un’epoca in cui i partiti non erano altro che aggregazioni di notabili. Non a caso esse vennero meno con la concessione del suffragio universale e la comparsa dei partiti di massa socialista e popolare. Rosario Romeo che pure difese il Connubio, ricordò “i costi del trasformismo in termini di chiarezza e robustezza della vita parlamentare e di effettiva rispondenza tra le istituzioni e la volontà del paese”. Un sistema parlamentare fondato sul trasformismo, se ebbe come suoi esponenti Cavour, Depretis e Giolitti produsse Crispi e contribuì a creare un clima di discredito della democrazia parlamentare di cui approfittò Benito Mussolini. Lascerei stare, per l’amor di Dio, di evocare l’articolo 67 della Costituzione che autorizza ogni membro del Parlamento a esercitare le sue funzioni senza vincolo di mandato. Il bene prezioso della libertà di esercizio del mandato è una cosa nobile, non lo è altrettanto ammantare, con una tale giustificazione, il trasformismo che ha dato vita a un composito amalgama a fini di potere. Lascerei stare anche l’intesa tra Cdu e Spd. L’accordo in Germania ha comportato mesi di discussione seria e puntuale, i due partiti venivano da una collaborazione di governo nei cinque anni precedenti. Non c’entra un bel niente quanto accaduto a Berlino con un’intesa raggiunta in poche ore tra due partiti, Pd e grillini, che si erano accusati delle peggiori nefandezze, separati da differenze antropologiche. Ci si rende conto che gli italiani considerano il governo tra 5 stelle e Pd un accrocchio sorto per timore delle elezioni? Salvini andava affrontato facendo intendere agli elettori la necessità di combatterlo, i motivi e le ragioni per sconfiggerlo, non sfuggendo alla battaglia elettorale dando vita a un’alleanza con chi ha le medesime responsabilità della Lega per quanto accaduto quest’anno in Italia. Leggo che anche lei sostiene che il M5s sia redento e di incanto si sia “allontanato dalle prassi eversive e abbia scoperto le virtù della democrazia rappresentativa”. Mi consentirà di trovare incredibile questa sua affermazione. Desolante infine che il Pd debba oggi piatire la disponibilità dei 5 stelle ad allearsi nel voto regionale in Umbria, in Calabria, addirittura in Emilia-Romagna. E lo faccia subendo, per giunta, il no di Di Maio (Di Maio!!) a questa penosa richiesta. Possibile non ci si renda conto che sarà tutto questo a ridare forza alla destra e a Salvini?
Umberto Ranieri
I paesi in cui non si può esercitare il trasformismo sono quelli in cui i parlamentari non possono esercitare il proprio ruolo senza vincolo di mandato e per quanto questi paesi possano piacere molto a Ernesto Galli della Loggia mi stupisce che possano piacere anche a un sincero riformista come lei che dovrebbe invece facilmente capire che dove non c’è trasformismo semplicemente non c’è libertà e che senza questa possibilità di scelta le democrazie parlamentari sarebbero inutili. Così come mi stupisce che un sincero riformista piuttosto che appellarsi all’emendamento della coerenza non si renda conto che se un partito eversivo, come il Movimento 5 stelle, sceglie di cambiare idea sull’antieuropeismo, sull’euro, sul putinismo, sull’atlantismo e sulla democrazia rappresentativa la svolta va studiata, valutata e persino apprezzata: il Movimento 5 stelle resta un partito che non si può prendere sul serio ma aver scelto di schierarsi contro il salvinismo è un fatto che va preso sul serio (le consiglio di andarsi a rileggere cosa diceva l’Spd in campagna elettorale della Cdu e poi ne riparliamo). Detto ciò, caro Ranieri, massimo rispetto per chi è convinto che andare alle elezioni sarebbe stata la scelta saggia giusta e per chi è convinto che per l’Italia sarebbe stato un rischio non così drammatico affidare la guida del governo a un partito il cui leader ha scelto di affidare la sua regia economica a un politico antieuro. Ma una volta accettato il fatto che non si è votato, non sarebbe il caso di riconoscere che avere oggi un governo a favore dell’Europa e a favore dell’euro e a favore dell’atlantismo è un rischio infinitamente inferiore rispetto a quello che l’Italia avrebbe corso affidando la plancia di comando alla democrazia modello Papeete? Un caro saluto e grazie.