Cosa lega estremismo e antisemitismo. Calenda? Torni nel Pd
Al direttore - E non è che appena non è più avvocato del popolo si va subito in galera.
Giuseppe De Filippi
Al direttore - Il modo in cui Imane Fadil è stata curata non risulta coerente né adeguato… i periti e i magistrati escludono colpe mediche… il legale della famiglia della sfortunata ragazza fa capire che si opporrà all’archiviazione perché vuole sapere quello che non è chiaro. Ma ulteriori accertamenti comporterebbero iscrizione dei medici nel registro degli indagati. La procura si troverebbe in imbarazzo e anche in conflitto di interessi considerando i pasticci sulla ricostruzione degli episodi che insieme ai medici erano stati “aggiustati” a cominciare dalla data in cui i pm furono informati. In un paese normale dovrebbe essere un’altra procura a svolgere accertamenti ma cane non mangia cane...
P. S. I siti dei giornali continuano a definire Fadil testimone chiave sulle notti di Arcore retaggio dell’innamoramento per la tesi portata avanti dal Manette Daily, ma non solo secondo la quale era omicidio e il mandante era B. Fadil invece a verbale non aveva mai messo nulla di penalmente rilevante. Beato chi ha fiducia nella giustizia perché sarà giustiziato.
Frank Cimini
Una ordinaria storia di, se è consentito, giornalismo truce, se non infame.
Al direttore - Benché meno noto di Gad Lerner, io avrei evitato di presentarmi a Pontida. A suo tempo trovai stucchevole persino la passeggiata (pacifica) in terra leghista di Carlo Calenda. In questi casi gli insulti vanno messi in conto. E si corre anche il rischio che ti accusino – con qualche fondamento – di esserteli andati a cercare. Questa volta però nelle contumelie nei confronti di Lerner c’è stato un salto di qualità: lo si è accusato di non essere italiano, in quanto ebreo. Questa accusa ha radici profonde nella storia dell’antisemitismo: l’ebreo è considerato prima di tutto uno straniero appartenente a una comunità con legami sovranazionali (che tende a dominare il mondo). Ecco perché lo sciovinismo può sempre sfociare, da un momento all’altro, in una riedizione dell’antisemitismo. L’ebreo non è più un nemico a causa della sua religione o della sua razza; ma perché è uno straniero.
Giuliano Cazzola
Lei provoca, ma capisco la provocazione, e la sua lettera fa tornare d’attualità una domanda che il Foglio pose qualche mese fa a Matteo Salvini. La riproponiamo: un politico davvero interessato alla lotta contro l’antisemitismo, e alla difesa di Israele, può permettersi di giocare come se nulla fosse con gli istinti xenofobi, con le citazioni del duce, con la retorica nazionalista, con gli atteggiamenti aggressivi contro la comunità rom senza preoccuparsi del fatto che una volta che si apre il ventilatore dell’estremismo il vento di fango che si viene a generare rischia semplicemente di non essere più controllabile? A Pontida, nel suo piccolo, abbiamo visto cosa succede quando il ventilatore rimane lì acceso come se nulla fosse.
Al direttore - La cravatta sbagliata, ancora Agnese, Ester e i genitori chiamati in scena – e questo lo capisco – come fossero lì, seduti vicino. Quel maledetto vizio di rinfacciare il contributo – un mese dello stipendio netto di un senatore, cioè 10 mila euro – offerto alla sua scuola di formazione politica tenuta al Ciocco del capogruppo Pd al Senato Andrea Marcucci, che sarebbe delfino e gli tocca di fare la triglia. La generosità è tale solo se non la si dice cinque volte in un mese. Ma va bene il dado andava tratto e non si capiscono le espressioni sorprese dello stato maggiore Pd, che però vedo prudente più che preoccupato, e tante frasi che raccolgo per strada: non è questo il momento. Il momento non è mai. Nella vita e anche nell’agone politico conta ciò che accade e aspettare è consigliato solo nel caso che tu stia assediando Fort Alamo, non nel caso che tu sia Fort Alamo assediato. Allora diciamolo Renzi è così: tanto. Tenergli testa non è facile, parlare di lui riempie le giornate. Gli si dà contro con soddisfazione, si sostiene perché nelle mosse c’è la speranza e quel che resta, nell’epoca dei selfie, dello spirito d’avventura. La commedia prima della farsa ai margini della tragedia. Brivido, biscotti.
Guelfo Guelfi
Tenergli testa è un tema che il Pd forse dovrebbe affrontare con urgenza. Non per questioni elettorali ma per questioni politiche. Problema: può permettersi il Pd di lasciare a Renzi la difesa del partito del pil? Se il Pd vuole tornare a essere un tradizionale partito socialdemocratico, lascerà a Renzi quello spazio. Se non lo vuole fare, il segretario avrebbe una mossa semplice in canna: accordarsi con Calenda per farlo rientrare urgentemente nel Pd. Converrebbe al Pd e converrebbe anche a Calenda. Chissà.