Le tasse e la loro percezione. Gli antipopulisti prendano lezione dai populisti
Chi ha scritto al direttore Claudio Cerasa
Al direttore - Ora tassare i parchi giochi!
Giuseppe De Filippi
A proposito di tasse. I numeri del Def ci dicono che tra il 2018 e il 2019, dopo cinque anni di riduzione della pressione fiscale, dal 43,6 per cento del 2013 al 41,8 per cento del 2018, la pressione fiscale è aumentata al 41,9 per cento e che tra il 2019 e il 2020 la pressione fiscale aumenterà al 42 per cento. La maggioranza gialloverde ha fatto aumentare la pressione fiscale e ha regalato all’Italia una robusta tassa chiamata spread che il nuovo governo è riuscito a togliere offrendo al nostro paese 18 miliardi di euro di risparmi sugli interessi sui titoli di stato nei prossimi tre anni. La maggioranza rossogialla ha fatto aumentare la pressione fiscale e ha regalato all’Italia una serie di piccole tasse destinata a produrre un gettito non proporzionale al numero di ore dedicate alla discussione di queste tasse (la “plastic tax” al momento vale 1 miliardo di euro nel 2020). Il dato interessante è che i vecchi azionisti del primo governo (la cui permanenza all’esecutivo ha coinciso con l’arrivo di una tassa sull’Italia) sono riusciti a passare come quelli che le tasse le vogliono togliere mentre i nuovi azionisti del secondo governo (il cui arrivo al governo ha coinciso con la fine di una tassa sull'Italia) sono riusciti a passare come quelli che le tasse le vogliono mettere. Forse gli antipopulisti, almeno sul tema delle tasse, dovrebbero farsi dare in fretta qualche lezioncina dai vecchi populisti. O no?
Al direttore - Da oltre 40 anni praticano lo stato di eccezione senza dichiararlo formalmente e mai lo dichiareranno. E’ questa la loro politica ed è servita affinché l’emergenza diventasse eterna oltre che prassi normale di governo… non se ne esce… ci vorrebbe una rivoluzione culturale che questa classe dirigente contrasterà sempre… e poi c’è la pancia del paese costruita con la complicità dei media.... siamo assediati da pm che vanno in tv a fare senza contraddittorio processi mediatici mentre i processi penali sono ancora in corso… insomma Di Matteo è quello che è ma il sistema dell’informazione non è meglio di lui.
Frank Cimini
Al direttore - Un’integrazione alla lettera di Michele Magno di sabato apparsa sul Foglio. Per quanto quella di B. Grillo possa apparire una boutade che naviga verso i porti di una democrazia dispotica, non per questo ogni proposta di privare del diritto di voto alcuni individui deve essere vista come sintomo di dispotismo. Nel suo ultimo libro “Contro la democrazia” (Luiss edizioni), lo studioso americano James Brennan propone un passaggio dalla democrazia all’epistocrazia. Votano solo i “competenti”; questa – semplifico – la giustificazione: tutti (anche chi non dovesse risultare idoneo all’esercizio del diritto di voto) dovrebbero avere diritto a un governo competente (o, quanto meno, incompetente. La proposta sembra molto forte). Può discutersi sui meccanismi di selezione degli elettori e dei vari criteri per identificarne e stabilirne la competenza. Ma visti gli ultimi anni, siamo proprio sicuri che si tratti di una proposta così peregrina?
Claudio Amato
Al direttore - Ho letto la ricostruzione giornalistica del vostro Valerio Valentini pubblicata il 2 novembre dal Foglio e corre l’obbligo di precisare alcuni punti. Fratelli d’Italia non ha partecipato ad alcuna lottizzazione della quale sembrano essersi invece resi protagonisti molti altri partiti. E’ e sarà sufficiente leggere i nomi di chi sta occupando governo e sottogoverno. Abbiamo chiesto un interlocutore da parte della maggioranza che fosse in grado di risponderci sui temi politici legati alla Finanziaria, alla trasparenza e competenza di chi riceve incarichi pubblici e sulle commissioni Banche e Forteto sulle quali da mesi si fa melina senza trovare adeguata risposta. Per quanto riguarda la richiesta di portare in aula Conte urgentemente crediamo sia stato un risultato molto importante ottenuto nell’interesse degli italiani grazie alle nostre battaglie. Ma se discutere compiutamente sui temi del lavoro per una mattinata del giovedì viene considerato da altre forze politiche, amanti del fine settimana lungo, mero ostruzionismo è un loro problema. Fratelli d’Italia continuerà a trattare tutti gli argomenti con la dovuta e necessaria profondità anche se dovesse essere utile farlo il giorno di Capodanno.
Francesco Lollobrigida, presidente del gruppo di Fratelli d’Italia alla Camera dei deputati.