Governo e oscenità. Le sardine andranno a fianco al re del tonno?
Le lettere al direttore del 3 dicembre 2019
Al direttore - Secondo lei alle prossime elezioni politiche, che in molti danno per imminenti, dove finiranno le centinaia di migliaia di voti espressi dalle nostre giovani e simpatiche sardine? Certo, e per fortuna, non andranno alla Lega e men che meno al M5s: e allora dove?
Vincenzo Covelli
Se le sardine sono nate per mandare a quel paese le forze antisistema, quale che sia la loro scelta alla fine sarà una scelta saggia.
Al direttore - A tre mesi dall’avvio del Conte bis, lei paventa, nell’editoriale di sabato 30 novembre sul Foglio, che possa accendersi il pulsante che “lentamente avvia la trasformazione del nostro paese in una repubblica più dei pulcinella che delle banane”. Inoltre, nel rispondere a un lettore che le chiede del Mes, aggiunge che, rivedere l’accordo, come chiede anche l’altro “capo politico”, quello di Leu, renderebbe l’Italia “un paese sempre meno affidabile e sempre più simile a una barzelletta”. Giudizi severi (per usare un eufemismo). Che nel volgere di meno di tre mesi si potesse giungere a tanto, credo non lo prevedesse nemmeno chi fu, dal primo momento, diffidente e ostile al Conte bis. Se così stanno le cose sarebbe almeno il caso di chiedersi se non sia stato un drammatico errore politico ritenere, tra agosto e settembre di quest’anno, che l’unico modo per arginare Salvini e la destra fosse dare vita a un governo di legislatura tra Pd e 5 stelle. Un errore che i fatti da lei ricordati confermerebbero ampiamente. Rifuggo da una analisi retrospettiva e non attendo una riflessione autocritica dal Pd, sia perché a sinistra occorrono decenni per prendere atto degli errori, sia perché non modificherebbe la drammaticità della situazione. Trovo illusorio tuttavia proclamare l’apertura di una seconda fase, la stipula di un nuovo accordo. Artifici retorici cui sempre si ricorre in situazioni come quella che vive il governo; formule consolatorie che servono a tirare a campare. Il mio timore è che, proseguendo con il Conte bis, a pagare il prezzo più salato sia il Pd, l’unica forza intorno a cui sarebbe possibile costruire un argine politico alla destra. Cosa fare? So che è difficile e rischioso ma occorre venire fuori dal vicolo cieco in cui ci siamo cacciati. Salvare il salvabile. Va detta agli italiani la verità: il tentativo di affrontare i problemi del paese con Di Maio e con il grillismo si è dimostrato una generosa illusione (mettiamola così).
Umberto Ranieri
Caro Ranieri. Il governo del Pd con il M5s è stato un errore non perché non si è andato a votare (i tempi della legislatura non si decidono con un mojito, si decidono con il Parlamento) ma perché il partito che ha scelto di avvinghiarsi al M5s (il Pd) avrebbe dovuto dare al M5s il compito di far valere il suo 33 per cento preso nel 2018 facendolo governare da solo con uno splendido appoggio esterno. La maggioranza tra Pd e M5s è una maggioranza sbagliata, come scritto più volte, nata per una causa giusta: provare a fermare il salvinismo. L’intenzione era buona (Salvini era forte prima ed è forte oggi: non è diventato più forte grazie a questo governo) ma i risultati finora sono pessimi.
Al direttore - Callipo ha aperto il M5s calabrese come una scatoletta di tonno.
Vincenzo Clemeno