Uno scatto della società, all'Italia, serve più di uno scatto dell'Europa

Al direttore - Che fai, mi tracci?

Giuseppe De Filippi

  


  

Al direttore - Negli ultimi giorni la politica nazionale era incartata nel dibattito sul Mes, ma le forze vive e disperate del mercato hanno iniziato a risvegliarsi anche in luoghi impensabili. A Pollica, in Cilento, il sindaco ha lanciato gli “Holiday bond”: acquisti oggi la vacanza che godrai entro il 2022. Poco lontano, un imprenditore caseario emette i “Caciobond”, un titolo che il caseificio ti rimborserà tra due anni in forniture di mozzarella di bufala e caciocavallo. Non c’è niente di tecnicamente innovativo, ma queste proposte dimostrano che tra Mes, Eurobond e cassa integrazione stiamo dimenticando una cosa: che a salvarci la pelle non sarà il debito o lo stato imprenditore, ma la capacità di riprendere a crescere e generare valore, a ogni livello. Bisogna liberare da vincoli e tasse chiunque in Italia da domani vorrà mettersi a fare, lavorare, inventarsi qualsiasi cosa.

Piercamillo Falasca

 

Non sappiamo se andrà tutto bene ma non c’è dubbio che le possibilità che un domani possa andare meglio sono direttamente collegate alla possibilità che nel nostro paese emerga una doppia consapevolezza. Da un lato, come abbiamo scritto lunedì scorso, in una stagione in cui lo stato sarà come non mai protagonista della nostra vita è compito della nostra classe dirigente fare di tutto per evitare che un domani lo stato possa continuare a presentare gli stessi vizi del passato. Dall’altro lato, come ha ricordato ieri Giuseppe De Rita, sarebbe anche il caso che la società italiana, di fronte alle difficoltà, iniziasse a pensare non solo a cosa aspettarsi dallo stato e dall’Europa ma anche cosa aspettarsi da se stessa. O no?

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