I pm sperimentano sulla propria pelle l'orrore della giustizia guardona
Le lettere al direttore del 27 maggio 2020
Al direttore - Be’ insomma Salvini è anche quello che li ha fatti tornare al governo, ricambiare con un processo non era gentile.
Giuseppe De Filippi
Al direttore - Dice Luca Poniz: “C’è un disegno per colpire la magistratura”. Caro (si fa per dire) Poniz lei stia tranquillo. Voi siete bravissimi a fare tutto da soli. Neanche il Cav. con i suoi potenti mezzi era riuscito a ottenere questi risultati.
Frank Cimini
Il disegno non c’è. C’è però un fatto diverso: tutti gli strumenti invasivi che negli anni la magistratura ha ottenuto dalla politica per esercitare il suo potere di controllo sul potere legislativo e su quello esecutivo oggi sono strumenti la cui violenza e invasività molti magistrati stanno sperimentando sulla propria pelle. Lo spettacolo che si osserva spulciando tra le intercettazioni penalmente irrilevanti diffuse in questi giorni da alcuni giornali è uno spettacolo piuttosto osceno. Ma lo spettacolo più osceno è quello di cui nessuno sembra interessarsi: l’orrore di vedere la vita democratica di un paese scandita dall’utilizzo improprio di chiacchierate private.
Al direttore - Condivido in toto l’analisi su Fca dell’amico Franco Debenedetti e la domanda che lei si è posta. Premetto che non ho uno straccio, non dico di prova, neppure di sussurro. Però, per quel che vale (nulla), mi chiedo se l’accordo Peugeot-Fca verrà ratificato nei termini contrattuali in essere. Ragionando da uomo di business e di management, tutti gli accordi pre virus “possono” (per uno dei due contraenti, spesso “devono”) essere rinegoziati o abbandonati. Troppo radicale il cambio di scenario verificatosi durante il lockdown del mondo. Se ci si convince della non convenienza (penali vs perdite future) la scelta è ovvia, l’occasione è irripetibile. Il post virus sarà tempo di “Pietà l’è morta”. Nel caso specifico, il più interessato è un terzo, il convitato di pietra, Emmanuel Macron. Dei premier di quei paesi ove l’industria dell’auto è strategica, è quello che sta peggio. E’ azionista sia di Renault-Nissan-Mitsubishi (alleanza imbarazzante), sia di Peugeot-Fca (alleanza fra depressi). In Francia, ove i sindacati sono meno “intelligenti” che da noi, si preannunciano tempi caldi. Credo che Macron sia in un terribile cul de sac, su tutti i versanti, quindi pronto a tutto. Lo capisco. Quando sei all’angolo, meglio attaccare. Sulla carta la soluzione è lì, a portata di mano. La “Grande fusione”, con lui che dà le carte, è uno degli scenari, tipicamente macroniani. A titolo di puro divertissement intellettuale, ci sto lavorando, provando a mettermi nei suoi panni, in un’ottica disincantata. Vi assicuro che è affascinante seguire gli schemi del “Grande gioco”. Mi permetto di suggerire al Conte bis di cominciare a studiare il dossier.
Riccardo Ruggeri
Diciamo la verità: tra classe politica e classe dirigente non è che in Italia siamo messi bene. Se siamo in una fase di emergenza dobbiamo rimboccarci tutti le maniche e cercare di dare un contributo per la rinascita economica dell’Italia. Infatti il governo è sempre alla ricerca di appigli e giustificazioni per la questione dello “Sblocca cantieri” discettando, vale anche per il mondo dell’informazione che non pungola adeguatamente, tra metodo Morandi o Codice degli appalti dove la burocrazia è di casa. Le grandi industrie che dovrebbero dare l’esempio non mi pare che investano e gli investimenti annunciati segnano il passo. A questo punto urge passare dagli annunci ai fatti concreti. Se si vuole rilanciare l’Italia bisogna fare presto e muoversi con un cronoprogramma. Basta poi vedere quello che succede per le direttive sulla fase 3 per constatare come tutto si muova lentamente. Addirittura scandalosa l’ipotesi dei vigilanti per il distanziamento sociale.
Giovanni Attinà