Il 5G, il complottismo e il fantastico coltocilcuito del glillismo
Chi ha scritto al direttore Claudio Cerasa
Al direttore - Quindi Salvini salta il Mes e va dritto all’austerità. La mossa del cavallo!
Giuseppe De Filippi
Al direttore - Se si vuole verificare la distanza fra i buoni propositi e la traduzione pratica degli stessi, l’implementazione della rete 5G rappresenta l’esempio perfetto. Non vi è sede istituzionale in cui non venga ribadita la necessità di realizzare al più presto la rete 5G allo scopo di migliorare la produttività di tutti gli attori e di tutti gli strumenti della vita sociale ed economica. L’Unione europea ne ha fatto uno dei pilastri del Recovery plan e il governo italiano ribadisce questa impostazione senza tentennamenti. Le compagnie telefoniche che hanno sborsato per una gara indetta dallo stato italiano la bella somma di 6 miliardi e rotti scalpitano per passare all’azione e noi tutti attendiamo i servizi che ne potrebbero derivare e la fine delle voci tremolanti sperimentate lungo le mille videoconferenze di questi giorni di isolamento. Oltre a tutti gli altri servizi che saranno disponibili. Si è provveduto nel frattempo a disporre la più severa regolamentazione del mondo, ripeto del mondo, per quanto riguarda i limiti di emissione elettromagnetica che le nuove antenne dovranno rispettare e tutti gli organismi scientifici nazionali e internazionali escludono qualsiasi rischio. E già questo ritarderà le installazioni e aumenterà i costi, tanto da far chiedere a Colao una revisione dei limiti, naturalmente ignorata. Nel frattempo gli altri paesi europei corrono e ci guardano con stupore. Ma evidentemente tutto ciò non basta. Più di 400 comuni italiani, che se non sbaglio fanno comunque parte dello stato italiano, hanno emesso ordinanze per vietare l’installazione dei trasmettitori necessari a inviare il nuovo segnale. Ultimo in ordine di tempo il comune di Reggio Calabria, con il sindaco attuale di centrosinistra. In effetti Reggio Calabria può fare a meno del 5G. E’ ottimamente collegata con il resto del mondo, ha un’economia che cammina come una locomotiva e, nel caso si decidesse invece di procedere con l’installazione, temo sarebbe difficile trovare disponibile la mano d’opera necessaria. A Bergamo invece, dove tutti stanno con le mani in mano, il sindaco Gori ha ben capito di che cosa si tratta e ha fatto della rete 5G uno dei punti di forza della sua azione. Ciò che stupisce è l’inerzia del governo di fronte a queste manifestazioni di insensatezza. Del governo e delle sue componenti. Le ordinanze sono evidentemente prive di valore giuridico, ma intanto fanno danni e i comuni interessati non rilasciano le autorizzazioni. Un caso da manuale in cui lo stato dovrebbe far valere la sua legittima forza senza se e senza ma e dare mandato all’avvocatura dello stato di ricorrere con urgenza onde scoraggiare ogni ulteriore azione e far capire come la pensa. Invece niente. Zitto lo stato, zitto il presidente del Consiglio, zitti i ministri e zitte le forze politiche di maggioranza e di minoranza. Vuoi mettere? C’è da litigare sugli abusi d’ufficio (e questi che cosa sono?) e non c’è tempo per occuparsi di 400 zuzzurelloni che bloccano la modernizzazione del paese. E’ toccato a un’associazione ambientalista, gli Amici della terra della Toscana, presentare un ricorso al Tar, in difesa dei diritti dei cittadini e delle imprese violati da queste ordinanze (Grosseto e Pistoia in Toscana). Ma c’è un’ulteriore amara considerazione da fare. I sindaci autori delle ordinanze provengono da ogni schieramento politico. Certo fa molto male vedere fra essi alcuni di un partito, il Pd, che chiedeva di essere votato in nome della scienza (il correttore mi suggeriva “scemenza”, giuro), ma sono in compagnia di tutte le altre forze politiche. Prova evidente di quanto il grillismo abbia fatto danni e corrotto la percezione dell’interesse pubblico. I 400 sindaci sono tutti grillini a loro insaputa. Pensano di occupare uno spazio politico e applicano invece la terza legge della stupidità di Cipolla: danneggiano i loro cittadini e nello stesso tempo danneggiano se stessi. Buttando alle ortiche la loro credibilità. No, non finirà tutto bene.
Chicco Testa
La storia è triste, ma contiene un dato curioso e persino istruttivo. E’ la prima volta che il grillismo fa i conti con i danni del populismo e del complottismo che con successo negli ultimi anni ha contribuito ad alimentare a colpi di cialtronismo politico. Era già successo con timidezza e circospezione ai tempi dei No vax, quando Grillo sperimentò sulla sua pelle i danni generati dalle politiche anti vaccinistiche (i No vax, un anno e mezzo fa, se li ritrovò infuriati a protestare durante un suo spettacolo). Ma rispetto al passato oggi c’è una differenza mica male: il 5G è un’ossessione grillina (Casaleggio dilebbe che è una battaglia madle) e vedere i grillini impegnati a mandare a quel paese i neo grillini che ragionano sul 5G da complottisti (e purtroppo a farlo sono anche molti amministratori di centrodestra e di centrosinistra) sarebbe uno spettacolo unico. E chissà che non possa succedele.