(foto LaPresse)

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Facce sognà, sì, ma facce anche capì che vuoi, Mattè.

Chi ha scritto al direttore Claudio Cerasa

Al direttore - Che si fa poi a Natale?
Giuseppe De Filippi


 

Al direttore - Ha ragione Alessandro Barbano, di cui riporto un tweet interessante: “Si dice: la Merkel chiude tutto. Ma il lockdown tedesco equivale a una zona gialla: didattica a distanza dal 16, nessun divieto su spostamenti e riunioni familiari ma sconsigli, smart working consigliato e coprifuoco solo nei cluster di contagio. Approfondire, non sentenziare!”. In Italia si parla nuovamente di lockdown. Nulla da dire. Ma saremo in grado, come ha suggerito Agostino Miozzo sulle vostre pagine, di salvare la scuola, come fa la Germania? Il vero modello tedesco, se vogliamo, è tutto qui.
Luca Maroni 

 

E’ così. Ma uso questo spazio per condividere una notizia, che sarà resa pubblica oggi alle 12. Tema: la scuola è un luogo sicuro. La notizia è questa e riguarda un progetto promosso dalla Società Italiana di Pediatria, dell’Ospedale pediatrico Bambino Gesù, l’Istituto di Ortofonologia e la Fondazione Mite. Si tratta di un progetto pilota, portato avanti in primis da Alberto Villani, presidente della società italiana di Pediatria, che si è posto come obiettivo quello di avere dati certi sulla reale pericolosità di diffusione all’interno degli istituti scolastici del Covid-19, attraverso la somministrazione di test diagnostici salivari e test da campione ematico a tutti gli studenti, i professori e il personale ATA. Il titolo del lavoro, di cui il Foglio ha letto un estratto in anteprima, è già una risposta alla domanda se la scuola sia o no un posto sicuro: “School in Italy: a safe place for children and adolescents”. La popolazione presa in esame è pari a 1.262 persone (suddivisa in due diversi plessi scolastici). Di questa popolazione presa in esame, gli studenti sono 1.094. Di cui 132 delle materne, 369 alle elementari, 414 alle medie, 336 alle superiori. Gli insegnanti sono 141, gli impiegati sono 27. Positivi trovati: uno studente delle superiori a inizio anno (totale tamponi eseguiti 1099). A un mese dall’inizio dell’anno: 7 positivi (1 adulto e 6 studenti) su un totale di 1075 tamponi. A 3 mesi dall’inizio dell’anno 3 positivi (tutti studenti) su un totale di 1257  tamponi. Numero di cluster all’interno delle classi: zero. Conclusione: “Secondo i dati emersi da questo studio, la scuola in Italia, grazie a tutte le procedure adottate, può essere considerata un luogo sicuro per bambini e adolescenti”. Considerazione alla luce dello studio: la scuola, di per se, non è un veicolo di contagi, e chi dice che non c’è alternativa a sacrificare la scuola in presenza durante una pandemia lo dice sapendo di mentire. Ok?


 

Al direttore - Temo che la tattica scelta dal premier per contrastare l’ex golden boy si possa, con ogni probabilità, trasformare nella classica buccia di banana che egli troverà  sul suo percorso. A tale proposito, tempo fa, ho letto su un quotidiano un graffiante e a mio avviso azzeccato titolo a tutta pagina che recitava proprio così: “A’ Mattè, facce sognà”. Chapeau! Con molti cordiali saluti.
Vincenzo Covelli

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