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Finirà che Palamara sarà colpevole anche del libro di Giorgianni
Chi ha scritto al direttore Claudio Cerasa
Al direttore - “Non ha compiuto un’illecita interferenza nella nomina dei procuratori aggiunti”. Con questa motivazione il Csm ha deciso di non aprire un procedimento disciplinare a carico del procuratore di Milano Francesco Greco. L’ultima parola spetta al plenum ma la strada è ormai segnata da tempo. Il Csm in pratica difende se stesso continuando a raccontare che nei giochi sottobanco per le nomine e gli incarichi dei magistrati c’è un solo colpevole, o’ malament, Luca Palamara che in pratica avrebbe fatto tutto da solo. Palamara contribuì alla nomina di ben 85 colleghi che però sono tutti innocenti e candidi come gigli. “E’ emerso sicuramente che vi furono interlocuzioni tra i consiglieri dell’epoca Nicola Clivio e Palamara e il dottor Greco ma tali interlocuzioni furono attivate dagli stessi consiglieri e non si risolsero in alcuna segnalazione o promozione di specifici nominativi da parte di Greco – è la conclusione dell’organo di autogoverno al momento – quanto in una generale consultazione sulle problematiche dell’ufficio e sulla professionalità richieste per la migliore gestione del medesimo. Pertanto non risultano condotte suscettibili di incidere sull’imparzialità e indipendenza neanche sotto il profilo dell’immagine”. Nessun procedimento anche per il procuratore nazionale antimafia Federico Cafiero De Raho che era stato a strettissimo contatto con Palamara al punto da scrivergli, come risulta dalle intercettazioni, “la tua battaglia è la nostra”. Greco invece gli scriveva: “Ci vediamo al solito posto”. Lo sanno anche i sassi che dopo la furibonda lite Bruti-Robledo, risolta con l’altissimo intervento del presidente Napolitano e al fine di evitare fatti simili in futuro, il Csm lascia che siano i capi degli uffici a decidere le nomine degli aggiunti. Tra i candidati ad aggiunto a Milano c’era il sostituto procuratore generale Nunzia Ciaravolo con un curriculum di incarichi impressionante, pieno di presenze in organismi internazionali e quindi di gran lunga superiore a quello di altri colleghi. Ciaravolo aveva preannunciato a Greco la propria domanda per andare in procura. “Non ci sono problemi”, fu la risposta. E invece i problemi c’erano. Iniziò un fuoco di sbarramento che costrinse Ciaravolo a decidere di ritirare la candidatura tre ore prima che il plenum decidesse. Anche le chat scambiate da De Raho con Palamara in occasione dell’assegnazione di due incarichi direttivi “non hanno determinato un appannamento della sua credibilità professionale e personale”. Insomma non era accaduto nulla. Tutte le colpe sono esclusivamente di Palamara che è stato radiato dalla magistratura e per il Csm la storia deve finire così e basta. Insomma punto fermo. Sia Greco sia De Raho tra pochi mesi lasceranno per raggiunti limiti di età. Quindi non ci sarebbero stati neanche i tempi tecnici per istruire e portare a termine il disciplinare. Ma era ed è una questione di immagine del Csm. Avviare i procedimenti avrebbe finito per ridare credibilità a Palamara che nel libro scritto con Sallusti ribadisce: “Mica ho fatto da solo, non avrei potuto”. Niente di nuovo sotto il sole. Il Csm come aveva già dimostrato il caso Bruti-Robledo resta il regno dell’omertà e dei traffici illeciti di influenza. Sì, proprio il reato che le procure distribuiscono in giro ai comuni mortali. A palazzo dei Marescialli invece sono tutti innocenti. Tranne uno, sempre lui, “o’ malament”.
Frank Cimini
Se questo è l’andazzo, alla fine il Csm considererà Palamara responsabile anche per i contenuti deliranti del libro di Angelo Giorgianni. Libro da cui si sono dissociati tutti, persino Nicola Gratteri, ma di fronte al quale il Csm ancora una volta sembra avere tutta l’intenzione di voler fischiettare.