Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella in occasione del 50° anniversario della strage di Piazza Fontana (Foto Francesco Ammendola/Ufficio Stampa Quirinale/LaPresse)

Lettere

Il Pd schiacciato dalla Lega e dal M5s. Errore da correggere su Mattarella e Piazza Fontana

Chi ha scritto al direttore Claudio Cerasa

Al direttore - “Un tale, accortosi che i cretini erano la maggioranza, pensò di fondare il Partito dei Cretini. Ma nessuno lo seguì. Allora cambiò nome al partito e lo chiamò Partito degli Intelligenti. E tutti i cretini lo seguirono” (Dino Risi).
Michele Magno

 

A questo proposito, per buttarla come sempre in politica, si può dire che nella stagione attuale il problema di molti partiti, per citare un famoso aforisma di Oscar Wilde, è che agli esami gli sciocchi fanno spesso domande a cui i saggi non sanno rispondere.

 

Al direttore - Come volevasi dimostrare: a Roma Raggi (con Conte) esprime l’arrogante nullità del M5s, e il Pd filo-grillesco fa splash (come merita). Che gli dèi proteggano Carlo Calenda!
Massimo Teodori

 

Sms folgorante di un amico, che bene fotografa la situazione in cui si trova oggi il Pd. “La Lega sta mangiando la pappa in testa al Pd mentre il M5s  prende a ceffoni il Pd e il Pd dice che i ceffoni non sono ceffoni, ma sono dolci carezze”.

 

Al direttore - Si parla di una crisi della magistratura ma si dimenticano i suoi successi: dopo sette anni chi dubitava di Maroni come se fosse un politico pericoloso ora sa che è un uomo integerrimo. Dopo sette anni la magistratura lo ha assolto, era innocente e ora lo sa anche chi dubitava e si brinda alla magistratura perché giustizia è fatta: resta solo da “condannare” chi ha travisato i fatti, un piccolo errore senza colpa o dolo, corretto da un immediato ripensamento di un giudice terzo.
Lodovico Malavasi

 

Non mi dica che non ha fiducia nella magistratura.

 

Al direttore - La sospensione dei brevetti sui vaccini è veramente una genialata. Così affronteremo la prossima pandemia facendo ricorso allo sciamanesimo e all’omeopatia. Cordiali saluti
Paolo Martinengo

 

Al direttore - Nel mio pezzo di ieri sull’intervista del presidente Mattarella ho citato un brano di Fortunato Zinni, sopravvissuto all’esplosione della Banca dell’Agricoltura, che sembrava ignorare la visita di Mattarella a Milano il 12 dicembre del 2019, nel cinquantenario, e la commemorazione impegnata che ne tenne a Palazzo Marino, presenti i familiari delle vittime e quelli di Pinelli e Calabresi. Zinni intendeva rammaricarsi solo della mancata visita alla piazza e alla Questura. Mi dispiace e me ne scuso, sono stato disattento.
Adriano Sofri

 

Al direttore - Nelle nostre università ogni anno si laureano migliaia di infermieri e tecnici che addestrati adeguatamente sono in grado, diretti dai medici specialisti, di eseguire esami diagnostici e somministrare terapie anche complesse direttamente al domicilio del paziente. Il Pnrr di Mario Draghi punta, essenzialmente entro il 2026, sull’assistenza domiciliare, sulle Case di comunità, sugli ospedali di comunità, sulla digitalizzazione (telemedicina e non solo), sul potenziamento del  Fascicolo sanitario elettronico, sulla riforma degli Irccs, sull’aumento delle borse per la medicina generale e le specializzazioni mediche, sugli ospedali “sicuri e sostenibili” e sulla “sostituzione dei macchinari con l’acquisto di oltre 3.000 grandi apparecchiature ad alto contenuto tecnologico”, sul potenziamento della dotazione di posti letto di terapia intensiva (più 3.500 con uno standard di 0,14 posti letto per 1.000 abitanti), e semintensiva (più 4.225 posti letto) ma non di posti ordinari la cui dotazione del 3,1  per 1.000 abitanti (tra le più basse in Europa) ha determinato la morte di un non indifferente numero di malati. Ma con quali fondi e senza una radicale rivisitazione dello stato giuridico dei medici dipendenti e dei medici convenzionati? I fondi previsti per la sanità dal Pnrr ammontano a poco più di 15 mld (8 per cento circa del Fondo europeo) ai quali vanno aggiunti 1,7 mld  del React Eu e 2,39 del fondo complementare per un totale di circa 20 mld, pochi se si vuole davvero puntare a una ” sanità sicura e sostenibile”. Gran parte di questi fondi sono, giustamente, assorbiti dalla medicina territoriale fino a oggi lasciata alla deriva, ma i circa 5,5 mld destinati alla medicina ospedaliera sono insufficienti. Lo stesso ministro della Salute aveva chiesto, a suo tempo, 34 mld per gli ospedali per il loro ammodernamento tecnologico e per l’adeguamento alle normative antisismiche e antincendio. Oggi il Ssn investe nella ricerca circa lo 0,2 per cento del suo sempre sottofinanziato bilancio (negli ultimi 15-20 anni ha subìto tagli per circa 37 mld) mentre l’accordo di Lisbona prevede almeno il 3 per cento (mai realizzato). Lo stesso identico discorso vale per la prevenzione, cenerentola della medicina, indispensabile per la sostenibilità del Ssn. Qualcuno ha detto che la montagna di risorse del Pnrr attutirà l’impatto della crisi, certamente non di quella sanitaria! Quanto scritto finora richiama inevitabilmente la nostra attenzione sul Mes, questo sconosciuto, che  con i suoi 37 mld ci consentirebbe di realizzare la vera rivoluzione copernicana della sanità. Cadranno mai i pregiudizi ideologici che ne impediscono l’utilizzo?
Michele Poerio
segretario generale Confedir

 

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