Lettere
Serve un salto di qualità sui vaccini. Il gioco sporco dei diversamente draghiani
Chi ha scritto al direttore Claudio Cerasa
Al direttore - Emblema del perfetto perdigiorno, nella tradizione letteraria dell’Ottocento il “flâneur” rappresenta l’intellettuale che passa il suo tempo vagando senza meta, contemplando con disincanto le masse che si muovono nello spazio urbano. E’insomma un aristocratico dello spirito, un borghese esentato dalla lotta per la sopravvivenza, un prodotto della rivoluzione industriale, come aveva acutamente intuito Walter Benjamin. Il suo erede moderno è il “cyberflâneur”, il solitario navigatore della rete che guarda con distacco il multiforme spettacolo della realtà virtuale. Sia chiaro, chi scrive non ama quel voyeurismo che costituisce la cifra del “botanico da marciapiede” immortalato da Charles Baudelaire. Epperò, da vagabondo esploratore dei social network quale sono, mi hanno assai incuriosito i tweet di alcuni esponenti della sinistra del Pd. Molto indignati contro gli “ultras liberisti” assunti dal Nucleo tecnico di valutazione della politica economica di Palazzo Chigi. E anche molto preoccupati per il possibile ritorno del fisiocratico “laissez faire, laissez passer” nella gestione del Recovery plan. Non ripeto qui gli argomenti con cui ieri, su queste colonne, Luciano Capone ha smontato da par suo le insinuazioni becere e le volgarità intellettuali, in particolare, di un professore dell'università di Chieti-Pescara. Piuttosto, mi sono chiesto: solo propaganda dozzinale a uso interno, o pura caciara ideologica? Forse entrambe. In ogni caso, ogni volta che sul web assisto a deprimenti risse da cortile anziché a un serio confronto delle idee, mi viene voglia di recitare la splendida preghiera laica dell'illuminista tedesco Christian Wollf: “Sia lodato il cielo per la solitudine. Lasciatemi solo. Sia lodato il cielo per la solitudine che ha rimosso la pressione dell'occhio, la sollecitazione del corpo e ogni bisogno di menzogne e di frasi”.
Michele Magno
La questione mi pare semplice. I diversamente draghiani della maggioranza vogliono trasformare i liberali, grazie al cielo presenti nelle strutture tecniche del governo, nei nuovi Casalino. E così il gioco è semplice: attaccare loro (come un tempo si attaccava Casalino per non attaccare direttamente Conte) per inviare a costo zero messaggi cifrati al titolare della cattedra. Non esattamente un bello spettacolo.
Al direttore - In un nucleo qual è quello per il coordinamento della politica economica a Palazzo Chigi è bene che sussistano pluralismo e sana dialettica. Ma non siamo al punto, a suo tempo teorizzato da Carl Schmitt, delle tecnica che domina la politica la quale accetti la subalternità. La polemica sorta su recenti designazioni nel nucleo non è condivisibile, a patto che, come dovrebbe essere ovvio, sia poi il premier Draghi a operare la sintesi e a scegliere quali delle eventuali proposte accogliere, quali rigettare, come esercitare il coordinamento escludendo poteri verso l’esterno e così via. Ciò, naturalmente, vale per l’intero nucleo, non solo per i “liberisti”, ma anche per gli altri, ivi inclusi gli eventuali “statalisti”. Si accrescono così le responsabilità di Draghi il quale può consultare pure altre istituzioni, ministeri, centri di ricerca e fruire della propria competenza ed esperienza. Finora il premier non ha esposto la propria visione sull’intervento pubblico in economia beneficiando dell’approccio pragmatico che gli è stato riconosciuto. Ciò ha creato una situazione di indeterminatezza sul tema che poi sfocia in critiche come quelle che hanno toccato le anzidette designazioni. Vedremo in seguito e capiremo meglio quanto gli insegnamenti di Federico Caffè, il grande economista, dei quali va fiero abbiano influito sulla sua concezione dell’economia e della finanza.
Angelo De Mattia
Al direttore - Caro Cerasa, ho 66 anni e, per sgombrare il campo, dico subito che mi sono vaccinato contro il Covid-19. Però non capisco sinceramente tutto questo afflato marziale nell’auspicare di letteralmente andare a stanare a casa gli anziani renitenti al vaccino. Ma non eravamo liberali? La libertà prima di tutto? Nonni antifascisti internati hanno lottato per essere liberi? Pensiamo invece a come trattiamo gli anziani, ovverosia noi, nelle Rsa. Una per tutti, sembra che dopo avere potuto pranzare con i parenti una volta rientrati al ricovero, gli ospiti vengano assoggettati a due settimane di isolamento. Non so se fosse Canetti, ma non ha una grossa importanza, che diceva che una civiltà si misura da come vengono trattati i vecchi, allora vuole dire senza ipocrisie che la parabola dell’Abendlandes si sta effettivamente concludendo.
Giovanni Chimirri
Gentile Giovanni, grazie della sua lettera. Nulla di marziale, solo un auspicio: fare tutto ciò che è necessario fare per convincere la popolazione più fragile a vaccinarsi in fretta. Avere una buona logistica purtroppo non basta. E’ necessario, a nostro avviso, fare un piccolo salto di qualità. Ieri, e ne siamo contenti, il commissario Figliuolo ha inviato a tutte le regioni una comunicazione per evidenziare il problema. Figliuolo – in una lettera che trovate pubblicata sul nostro sito – ha chiesto alle regioni di fornire numeri certi entro il 15 di luglio (un po’ tardi) e ha detto che “l’andamento della campagna vaccinale sulle fasce di età over 60 mostra una flessione nelle ultime due settimane, in concomitanza con l’estensione della vaccinazione a fasce di età più facilmente raggiungibili o agevolate dal modello vaccinale degli hub. Non è noto se il mancato coinvolgimento sia da ascrivere a limitazioni cliniche, scelta individuale ovvero difficoltà a registrarsi sulle piattaforme vaccinali”. La nostra idea è quella lanciata ieri sul Foglio: usare un algoritmo inventato dalla Federazione italiana medici di Medicina generale, che da qualche tempo sta adottando in Campania il governatore Vincenzo De Luca, e che permette il rintracciamento di tutta la popolazione potenzialmente a rischio non ancora vaccinata, dando la possibilità ai medici di medicina generale di andare casa per casa a convincere i dubbiosi. Faster, please.