lettere
Il ddl Zan e il rischio di trasformare i reati in reati di opinione
Chi ha scritto al direttore Claudio Cerasa
Al direttore - Mi stupisce molto che la battaglia della chiesa contro il ddl Zan faccia notizia. E’ vero: la notizia è la chiesa che sostiene che l’Italia stia violando il Concordato. Ma a me sembra che ci sia qualcuno che si sia stupito del fatto che il Papa abbia fatto il Papa.
Luca Taddei
Il problema della legge Zan, come abbiamo avuto modo di scrivere sul Foglio, è che per come è costruito il ddl “non si può ragionevolmente escludere che nessun giudice o nessun pm perseguirà mai sacerdoti cattolici, o di altre confessioni religiose o semplici credenti, che si rendano protagonisti, sulla base delle loro convinzioni religiose, di contestazioni più o meno eclatanti dell’utero in affitto o delle famiglie arcobaleno”. Non è certo questa l’intenzione di chi ha promosso questa legge, lo sappiamo, ma ciò che il legislatore dovrebbe sapere è che quando si costruiscono norme che rendono vaghe alcune fattispecie di reato la possibilità che il reato in questione si trasformi in un reato di opinione è forte.
Al direttore - C’è gente che in chiesa non si inginocchia neanche davanti al Santissimo, senza che da parte di parroci, viceparocci, diaconi, sacrestani e fedeli tutti si oda mezza parola perché non è che puoi obbligare le persone a credere, no? Però se un calciatore non si inginocchia per la causa dell’antirazzismo, per altro politicamente correttissima, in questo caso la libertà non va più bene. Perché se la tua libertà ti porta a essere razzista (secondo la stravagante tesi per cui se non sei antirazzista sei ipso facto razzista) questo non è accettabile, bambino cattivo. E tocca pure sorbirsi la lezioncina del segretario del Pd, evidentemente a corto di questioni più serie e urgenti di cui occuparsi, che i giocatori della Nazionale tutti in ginocchio li vorrebbe vedere, lui. Manco fossero funzionari del vecchio Pci.
Luca Del Pozzo
Al direttore - Grazie a Giulio Meotti per l’attenzione verso lo smarrimento culturale al quale sta andando l’occidente. In qualche modo, c’è del già visto, nel clima delle università italiane degli anni 70 quando quattro imbecilli imponevano le regole agli altri studenti e ai professori. Ma oggi gli imbecilli sono quattro moltiplicati per le “minoranze razziali”, le etnie non occidentali, le sensibilità religiose, gli intellettuali con sensi di colpa per il colonialismo, gli intellettuali con sensi di colpa per la supremazia tecnico-culturale dell’occidente, gli intellettuali che cavalcano l’onda per interessi personali. Basterebbe rivedere un filmato sulla Mostra del cinema di Venezia degli anni 70 e sentire cosa dichiaravano molti registi, inter quos Bertolucci che voleva prendere a esempio il cinema della Rep. pop. cinese, moooolto vicina al popolo.
Carlo A. Barbieri
Al direttore - Secondo una ricerca i laureati in Informatica sono i più pagati, gli psicologi i meno pagati. Eppure favoriscono la vendita dei divani.
Gino Roca