Milani smentito da Soldini. L'abbiamo spedito a Repubblica
Chi ha scritto al direttore
Al direttore - Il teatro, la democrazia e le Olimpiadi sono coetanei. Nacquero due millenni e mezzo fa in Grecia, all’ombra dell’Acropoli. Un trinomio in cui il teatro ha avuto un ruolo centrale, perché fare parte di un pubblico non era soltanto un aspetto della vita sociale della città: era anche un gesto politico fondamentale. Infatti, sedersi come spettatore che valuta e giudica significava parteciparvi come cittadino. Ed è stata in particolare la tragedia a offrire lo strumento cardinale per questa trasformazione, a costituire la specifica forma estetica su cui poggiava la democrazia ateniese. Purtroppo, il rischio che la democrazia italiana divenga il palcoscenico di un’altra forma estetica, quella della commedia dell’arte di Arlecchino e Pulcinella (portentosa messa in scena del nostro atavico istrionismo), c’è e non va sottovalutato. Il dibattito sul disegno di legge contro l’omotransfobia, con le sue recite improvvisate e i suoi tipi fissi, è stato l’ultimo spettacolare esempio di questa tradizione teatrale.
Michele Magno
Eppure, caro Magno, questa legislatura ci ha insegnato che di questo pazzo Parlamento ci si può fidare. Ci torneremo.
Al direttore - Con riferimento all’articolo “Ammiraglio Antonio all’arrembaggio”, pubblicato in data 5 luglio 2021 da Carlo Barcellesi (Maurizio Molinari), a nome del mio cliente Giovanni Soldini, desidero smentire categoricamente le parole riportate da Maurizio Milani, giornalista de Il Foglio.it, in un articolo riguardante i social di Antonio Tajani, coordinatore nazionale di Forza Italia, in cui vengono riportati una conversazione telefonica e un incontro mai realmente avvenuti. La conversazione telefonica, mai tenutasi tra Antonio Tajani e il velista italiano, riporta fatti inesistenti che Soldini desidera smentire categoricamente, così come la cena ai Giardini Naxos con il coordinatore di Forza Italia, la cantante Giorgia e il sindaco della località turistica. Certi della vostra comprensione.
Keren Avni
Pensavo che Maurizio Milani (in Molinari) fosse imbattibile nella sua comicità, ma forse ha trovato finalmente un degno competitor (anche lei ala dura dc?). Cordiali e categorici saluti dai Giardini Naxos, dove con Carlo Barcellesi in Molinari stiamo riascoltando la telefonata mai tenutasi tra Soldini, Tajani e Giorgia (qui con noi c’è anche Jaki Elkann).
Al direttore - Con l’intransigente difesa della identità di genere, di cui al ddl Zan, il Pd di Enrico Letta non è più il partito delle Ztl, ma torna a dialogare con le periferie urbane e riesce pure a indicare una prospettiva di integrazione ai migranti che attraversano il Canale di Sicilia perché nei loro paesi sono obbligati a praticare l’eterosessualità.
Giuliano Cazzola
Al segretario del Pd, Enrico Letta, andrebbe posta la stessa domanda che ieri il nostro amico Giancarlo Loquenzi ha postato su Twitter rispetto al tema del ddl Zan. Scrive Loquenzi: “Gli estremisti del cambiamento come #Fedez preferiscono che nulla cambi, per avere sempre ragione. I riformisti sono quelli che cambiano davvero le cose, anche con compromessi. Se avesse prevalso chi diceva matrimonio egualitario o nulla, oggi non avremmo manco le unioni civili”. Gli si può dar torto?