Un Capone tira l'altro, ma sulla flat tax preferiamo il nostro

Al direttore - Caro Camillo, su con la vita, uno degli ultimi polytropos ancora in libertà non deve confrontarsi con uno, ne sono certo, pur non conoscendolo di persona, che, a differenza nostra, chiama il vino rosa, rosé (orrore).
Riccardo Ruggeri

 
Più Langone, meno Fusaro.


  
Al direttore - Modesta proposta di riforma del reddito di cittadinanza. I titolari sono tenuti a presentarsi ogni mattina alle ore 8 presso gli uffici comunali a disposizione per lavori socialmente utili fino alle ore 13.
Chicco Testa

 
Giusto. Ma giusto anche dire che i genitori sono tenuti a dare un calcio nel sedere ai propri figli se questi, per non perdere il reddito di cittadinanza, si rifiutano di mettersi in gioco, scappando anche dai piccoli e grandi lavoretti stagionali.


  
Al direttore - Ho letto con attenzione e interesse l’articolo di Luciano Capone sulla riforma del fisco. Concordo con la premessa di base ovvero l’importanza di accelerare il processo verso una riforma del sistema tributario, considerato che il livello della tassazione nel nostro paese è ormai insostenibile per lavoratori, famiglie e imprese. A maggior ragione, in una fase cruciale di ripartenza, come quella che stiamo attraversando, è necessario dare liquidità alle imprese. E’ prioritario, pertanto, avviare una riforma complessiva fondata sulla semplificazione e su una coraggiosa riduzione del carico fiscale per tornare a un sistema fondato sulla equità e funzionalità. In tal senso, come sindacato Ugl, sosteniamo una misura come la “flat tax”, alla quale va affiancato lo stralcio delle cartelle esattoriali per liberare i cittadini dalla spada di Damocle delle imposte. Per incoraggiare le assunzioni e ridare potere d’acquisto ai lavoratori, è inoltre opportuno concentrare gli interventi sulla riduzione del cuneo fiscale sul lavoro. Occorre, dunque, invertire rotta eliminando le politiche a carattere assistenziale fondate sui bonus e sui sussidi a pioggia, penso in primis al reddito di cittadinanza, per attuare politiche occupazionali e investimenti infrastrutturali indispensabili per far ripartire l’economia e creare nuovi posti di lavoro. L’Ugl si oppone con convinzione all’ipotesi di una nuova tassa patrimoniale che colpirebbe il risparmio, indebolendo il tessuto economico e produttivo duramente colpito dalla crisi pandemica. Preoccupa in particolare la situazione nel Mezzogiorno in cui alla cronica mancanza di investimenti si somma una pressione fiscale insostenibile, pari al 47,2 per cento, secondo il Rapporto dei conti pubblici territoriali (Cpt). Un livello addirittura superiore di oltre un punto rispetto al 46,7 per cento del nord. Auspico, pertanto, che il governo intervenga quanto prima ascoltando le istanze dei cittadini e delle parti sociali ponendo le basi per una riforma che dia ossigeno a lavoratori e imprese.
Francesco Paolo Capone, segretario generale Ugl

   

Prima ancora di occuparsi di come dovrà essere una riforma complessiva del fisco, occorre chiedersi se sia possibile, come scritto da Sandro Brusco e Luciano Capone, avere una riduzione permanente delle entrate che sia accompagnata da una riduzione permanente delle uscite. In mancanza di questa certezza, difficilmente vi sarà una riforma fiscale con gli attributi e ci si dovrà accontentare di intervenire non su una rivoluzione strutturale ma sua una composizione del prelievo. Quanto alla flat tax e allo stralcio delle cartelle esattoriali, preferisco le idee di un altro Capone, grazie.