Draghi incontra i segretari generali di Cgil, Cisl e Uil per discutere delle misure di contenimento del Covid nei luoghi di lavoro, Roma, 2 agosto 2021 (Ansa) 

Caro Landini, ci vuole più coraggio su green pass e vaccini

Al direttore - Sbaglio o i sindacati, sui vaccini e sul green pass, si stanno muovendo come si muoveva Alberto Tomba tra le bandierine dello slalom?
Luca Martini 

Come dice un caro amico sindacalista, il sindacato, oggi, può avere ancora un senso se è anche una scuola di responsabilità. Un sindacato che si nasconde, che non ha il coraggio di fare appelli sui vaccini, che non ha la forza di schierarsi a favore del green pass, che poi significa schierarsi a favore della sicurezza dei lavoratori, è un sindacato che decide, nella stagione delle responsabilità, di fare un passo deciso verso la politica dell’irresponsabilità. Più coraggio, caro Landini.


 
Al direttore - E’ stato votato ieri al Senato il decreto “Venezia” che vieta il passaggio delle grandi navi nella laguna. Nonostante la lettera di Mattarella alle Camere nel giorno del suo ottantesimo compleanno, “Non riempite i provvedimenti di norme estranee o li rinvio”, col decreto “Venezia” sono stati dati 700 milioni ad Arcuri per aumentare la sua quota in Ilva, che non è a Venezia e non è una crociera. Tutto con un emendamento presentato da Luigi Vitali (richiamato da Berlusconi dopo la minaccia di passare con i costruttori di Ciampolillo) in larga intesa con Pd e grillini. Secondo l’emendamento al decreto lagunare gli ulteriori “705 milioni servono per assicurare la continuità del funzionamento produttivo dell’impianto siderurgico di Taranto”. Quale “continuità produttiva” davvero non si capisce, dal momento che sempre ieri è stato approvato il decreto “Orlando” che istituisce un prolungamento di 13 settimane di cassa integrazione Covid fino al 31 dicembre per 4 mila operai Ilva. Il più grande caso di long Covid di massa al mondo.  Per un’azienda dalla capacità produttiva di 10 milioni di tonnellate d’acciaio, autorizzata per sei, ma ferma da anni a tre. Con i clienti che non riescono a trovare acciaio in un momento di forte crescita della domanda. E mentre è stato fatto scappare l’investimento privato, sempre nel decreto “Venezia” sono stati dati a Invitalia per Ilva altri 70 milioni per la costituzione di una nuova società con lo scopo di condurre un’analisi di fattibilità finalizzata alla realizzazione e gestione di un impianto per la produzione del preridotto (per l’altoforno green). Tutto senza che Giorgetti abbia ancora presentato il piano industriale. Il senatore di Forza Italia Dario Damiani intervenuto in Aula per difendere il finanziamento a Invitalia ha detto che “è un regalo alle famiglie di Taranto che lavorano in quello stabilimento”. Le stesse famiglie che stanno da dieci anni in cassa integrazione. Chissà se da domani con questi 705 milioni in più torneranno al lavoro e aumenterà la produzione. Poi passano Pd e Cinque stelle a mettere il fiocchetto green al regalo degli italiani.
Annarita Digiorgio
 

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