L'ex generale del Ros Mario Mori (foto Ansa)

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La trattativa, un falso quotidiano. Oscenità e pappagalli dei pm

Chi ha scritto al direttore Claudio Cerasa

Al direttore - Sul viale d’autunno del governo vi sono altri due passaggi stretti oltre a quelli da lei indicati nell’editoriale: la riforma degli ammortizzatori sociali e le pensioni. Sul primo punto le proposte del Lavoro  (con l’estensione universalistica della cig)   renderebbero strutturale  e permanente  quanto  si è reso necessario in una situazione di emergenza (tutto ciò con un onere di circa 8 miliardi di euro), oltre a riesumare (con l’aggiunta di due nuove causalità) la possibilità del ricorso alla cig anche nelle aziende avviate verso la chiusura. Poi “peggio mi sento” se si vuole inserire in questo punto anche la questione delle delocalizzazioni. Per quanto riguarda le pensioni, sembra assodato che, alla scadenza di Quota 100, si ritorni nel percorso della riforma Fornero, assicurando ai casi di effettivo bisogno l’utilizzo di quanto previsto nel pacchetto Ape sociale. L’impostazione è corretta, perché  si avvale di un percorso assistenziale che non manomette ulteriormente  la normativa  del 2011.  La commissione Damiano  propone, però, un allargamento notevole delle fattispecie di lavoro disagiato a cui applicare lo sconto sull’età pensionabile. Si passerebbe  da 15 a 57 gruppi e da 65 a 207  mansioni o sottogruppi tutelati. Ovvero, secondo le stime, si tratterebbe di circa 400 mila pensioni anticipate in più. Tanto che persino i sindacati si rimettono alle disponibilità finanziarie del governo, mentre insistono affinché siano prese in considerazione le loro proposte, senza rendersi conto che sono insostenibili.
Giuliano Cazzola 

Mps, Alitalia, delega fiscale, legge di Bilancio, concorrenza, creazione di lavoro. Il futuro del governo Draghi, come ha ricordato bene ieri il presidente di Confindustria Carlo Bonomi, prima ancora che dal Pnrr passa da qui. Come direbbe Enrico Michetti, caro Cazzola, “cave tibi ab aquis silentibus”.


 

Al direttore - Tra lo stato e la mafia non c’è stata nessuna “trattativa”. Così dice il tribunale di Palermo. Ora però occorre che ognuno tratti con la propria coscienza: chi ha seminato veleni, e chi vi si è opposto troppo debolmente. Quella con la coscienza si rivelerà una trattativa meno facile dei racconti che se ne sono voluti fare. 
Marco Follini 

Anni di fango. Anni di menzogne. Anni di giornalisti al servizio dei magistrati. Anni di cialtroni che hanno trasformato la post verità in una verità. Ieri, in appello, tutti assolti. Tutti. E i pappagalli delle procure che in questi anni hanno costruito una verità inesistente sulla trattativa stato-mafia, giocando con la vita delle persone, con la loro reputazione, con la loro pelle, ora dovrebbero nascondersi. In fretta. In tutti i giornali. Grazie