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Il processo politico contro Renzi e il silenzio di suoi alleati
Chi ha scritto al direttore Claudio Cerasa
Al direttore - E se copiassimo quella che nel 1953 i truffatori di sinistra e di destra definirono “Legge truffa”? Ottimo sistema: proporzionale di lista con scelta del candidato, premio di maggioranza ai partiti collegati che raggiungono il 50 per cento, premessa per un governo stabile. Non fatevi ingannare dalle parole. Un saluto.
Massimo Teodori
Facciamola ancora più semplice: proporzionale al cinque per cento, e basta.
Al direttore - Sembra che Renzi non abbia un alibi per le Idi di marzo del 44 a. C.
Michele Magno
Il dato che colpisce di più, Idi di marzo a parte, è l’indifferenza degli alleati di Renzi rispetto alla presenza sulla scena pubblica di un processo politico combattuto per via giudiziaria con i soliti schizzi di fango e i soliti osceni pizzini sui giornali.
Al direttore - Non è la prima e non sarà l’ultima volta che quando su una data materia si confrontano anche animatamente posizioni contrastanti – come è il caso dei vaccini anti Covid – ci sia chi, pur di portare acqua al proprio mulino (il più delle volte perché a corto di argomenti) si appigli tirandolo in malo modo per la giacchetta all’autorità di Tizio o Caio. Di recente l’amara sorte è toccata al filosofo Augusto Del Noce, tirato in ballo da alcuni febbricitanti ambienti sedicenti cattolici a proposito, appunto, della polemica sui vaccini. Tesi: Del Noce è stato il filosofo che denunciò l’insorgere di una dittatura frutto dell’omologazione di massa; antitesi: oggi siamo di fronte a una dittatura, instaurata per via sanitaria, che punta a omologare cuori e menti al grido “io sto con la scienza”; sintesi: quei cattolici che si rifanno a Del Noce non possono non essere a favore della tesi della dittatura sanitaria, e se non lo sono e anzi sostengono che non c’è nessuna dittatura e che invece è opportuno e doveroso vaccinarsi per contenere la pandemia, ebbene sono essi stessi la prova provata che la dittatura vive e lotta insieme a noi (cioè a loro). Il cortocircuito del suddetto “ragionamento” sta nel fatto, di sesquipedale evidenza, che mentre Del Noce aveva argomenti a iosa per sostenere la tesi di una possibile involuzione totalitaria della democrazia come frutto dell’affermazione del relativismo morale e culturale (e il fenomeno del politicamente corretto oggi imperante ne è la miglior prova), parlare di “dittatura sanitaria” quando c’è gente che va in piazza a protestare (e ci mancherebbe), che dice liberamente la sua ovunque e comunque (idem come sopra), e soprattutto che ha scelto (liberamente) di non vaccinarsi mettendo a repentaglio la sua e l’altrui salute, non solo è una contraddizione in termini, ma per dirla con il ragionier Fantozzi è proprio una cagata pazzesca.
Luca Del Pozzo