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Scemenza cancellata a Bruxelles. Buon Natale e viva l'Europa!

Chi ha scritto al direttore Claudio Cerasa

Al direttore - La commissione Ue: potete dire finanziamento pubblico ai partiti.
Giuseppe De Filippi



Al direttore - Convivere con il virus grazie ai vaccini sembra possibile ovunque tranne che a scuola. Si cambia: le classi tornano in quarantena dopo un solo caso confermato perché le Asl non riescono a stare dietro al tracciamento. E non è colpa del Sudafrica o del Botswana. A pagare le nostre inefficienze sono di nuovo gli studenti. Dice: “Non posso mica chiudere le fabbriche e i negozi!”. Dice: “La scuola coinvolge milioni di persone: è normale che si parta da lì”. Tutto giusto ma se il governo è consapevole che le Asl non riescono a stare dietro al tracciamento (e questo lo sappiamo da due anni), che l’economia non può reggere un nuovo lockdown (e questo lo sappiamo, almeno, dal primo lockdown), che la scuola coinvolge milioni di individui (e questo lo so da sempre) i casi sono due: assumo come priorità quella di salvare il futuro dei nostri ragazzi, mi invento il personale Covid per le Asl e lo metto a fare il tracciamento, oppure assumo come priorità il quieto vivere, mi invento l’organico Covid e lo metto in quarantena.
Marco Campione 

Scaricare sulle scuole, e sugli studenti, l’inefficienza della burocrazia anche no, grazie: abbiamo già dato. Ma per fortuna, dopo lo scivolone, mi sembra di capire che il governo ha già cambiato idea e alla fine dei conti no: non ci sarà alcun ritorno in Dad in caso di presenza di un solo alunno contagiato. Meno male, ma sulla scuola, caro Draghi, ancora una volta troppa confusione.


 

Al direttore - C’è da sperare che Ursula von der Leyen prenda le distanze dal testo di un comunicato interno predisposto dalla commissaria maltese per l’Uguaglianza. Un testo nel quale insieme a diverse, spesso ridicole, raccomandazioni ai funzionari della Commissione europea, si sostiene che non sia il caso di utilizzare la parola Natale per rivolgere gli auguri. Per Helena Dalli, il Natale è una festa divisiva. Ha ragione Biagio de Giovanni quando scrive che, “ricordare il Natale non è un atto di servilismo confessionale né di condivisione di una fede ma un atto di rispetto colto e affettuoso verso una data originaria, una nascita che ha deciso i caratteri fondamentali della identità europea in ogni campo”. Lo comprenderà la commissaria europea per la Uguaglianza? Temo quel testo non sia solo, come scrive Gianni Vattimo, un eccesso burocratico di politically correct. Mi auguro non sia un contributo alla “cultura della cancellazione”.
Umberto Ranieri 

Linee guida ritirate, per fortuna, e scemenza cancellata. Viva l’Europa!

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