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L'illusoria polarizzazione tra vax e no vax e le scommesse sul Colle
Chi ha scritto al direttore Claudio Cerasa
Al direttore - La gru era appoggiata al palazzo, poi ha ceduto. Si cerca di capire che cosa è accaduto, perché il braccio della gru non era fissato, se il suolo ha ceduto: conosceremo i dettagli, ma resteranno le domande senza risposte. Avevo conosciuto Marco Pozzetti, una delle tre vittime del crollo della gru a Torino, al campeggio di Tabiano, a Salsomaggiore: era un cinquantenne energico e sorridente, sportivo, allegro, con sua moglie Roberta e i figli Matteo e Sara sempre in attività, una famiglia di quelle che danno anche a chi sta intorno un po’ della loro solida vivacità. Gli ero affezionata. Oggi andrò al funerale, senza parole come siamo tutti, ripetendomi quel che dicono tutti: queste cose non dovrebbero accadere, come è possibile che accadano. Più di mille persone sono morte sul lavoro nel 2021, in media tre al giorno, gli infortuni denunciati sono più di seimila. “Una strage che continua ogni giorno”, ha detto il primo ministro, Mario Draghi. Oltre le statistiche c’è un dolore che non si può misurare, e non vorrei banalizzarlo ché di morti giuste non ce ne sono: vorrei però che non lo ignorassimo.
Lorena Mologni
Al direttore - Italia, un talk-show qualunque: “Mattarella ieri ha detto che le tv danno troppo spazio alle tesi no vax. Sentiamo cosa ne pensa il no vax Giulio”.
Vincenzo Clemeno
Il problema, se consentito, non è invitare i no vax in tv, ma è far pesare la parola di un no vax, o di un free vax, come quella di un sì vax, creando una polarizzazione che nei numeri esiste solo nella testa di alcuni conduttori tv.
Al direttore - Il Cav. ha sempre una marcia in più. Pare che sia intenzionato a ritirare la propria candidatura al Quirinale soltanto a fronte di quella di Mario Draghi. In questo modo Berlusconi farebbe scoppiare la “sindrome della quarta votazione” (da lì in poi può capitare di tutto) nel “campo largo” della sinistra e la indurrebbe a evitare rischi convergendo su Draghi fin dai primi scrutini. Ma anche in questo caso – e nell’interesse del paese – il Cav. rimarrebbe il kingmaker del nuovo presidente.
Giuliano Cazzola
Giorgia Meloni e Matteo Salvini hanno un problema: come spiegare a Berlusconi che la candidatura di Berlusconi serve solo a tenere unito un centrodestra che non può non scommettere a gennaio su un Draghi al Quirinale.
Al direttore - Nell’editoriale del 21 dicembre “L’anno delle fusioni (Big Pharma esclusa)” viene erroneamente scritto che “5,63 trilioni” di dollari corrispondono a “5,63 miliardi di miliardi”, anziché “5.630 miliardi”. L’autore ha probabilmente confuso il sistema di denominazione chiamato “scala lunga”, in cui un trilione equivale effettivamente a un miliardo di miliardi, con la “scala corta” di uso anglosassone più comunemente usata, in cui un “trillion” corrisponde a mille miliardi. Anche i migliori sbagliano, ma specialmente in tempi in cui si parla tanto di fake news e disinformazione è importante essere precisi. Un fedele abbonato.
Giovanni Polselli
Errore, grazie.
Al direttore - Ho molto apprezzato il suo editoriale del 21 scorso, per intenderci quello dedicato al bacio tra Grillo e il Cavaliere, soprattutto nella parte dedicata a quelli che continuano imperterriti a confondere sondaggi e desideri con la granitica realtà dei numeri parlamentari. Non so se Beppe e Silvio si baceranno mai, però gli altri somigliano sempre di più alla squinternata banda de “I soliti ignoti” di Mario Monicelli, cioè bucheranno la parete sbagliata e si ritroveranno in cucina anziché nella stanza della cassaforte.
Valerio Gironi