Lettere
L'Ue si è evoluta grazie a chi ha voluto salvarla, non ai sovranisti
Chi ha scritto al direttore Claudio Cerasa
Al direttore - Intanto in Italia per la riforma del catasto si lotta casa per casa.
Giuseppe De Filippi
Al direttore - Il programma è vasto. Si confida in un 25 luglio, si attende che Putin convochi il suo Gran consiglio, si usano le sanzioni finanziarie per far uscire allo scoperto un Dino Grandi. Aiuta, e conforta, il moltiplicarsi delle manifestazioni di piazza e di grandi rifiuti come quello della direttrice del teatro statale di Mosca, Elena Kovalskaya.
Andrea Cangini, senatore di Forza Italia
Al direttore - Ho letto il suo editoriale e in linea di principio sono d’accordo, ma le chiedo: sarebbe cambiata l’Europa senza i sovranisti a levargli la terra da sotto i piedi? Io credo di no. Senza di loro a pungolarla, forse l’Europa non esisterebbe già più.
Gianfranco Siani
E’ una buona domanda, ma dopo avere riascoltato ieri pomeriggio alcune frasi di Matteo Salvini sulla Russia di Putin direi che l’evoluzione dell’Europa è avvenuta non grazie a chi la voleva distruggere ma grazie a chi la voleva salvare. Le do tre chicche. Giorgia Meloni, dicembre 2015: “Putin è meglio di Renzi: ha ragione Salvini”. Matteo Salvini, ottobre 2018: “Io qua in Russia mi sento a casa mia. In alcuni paesi europei no”. Matteo Salvini, luglio 2019: “Dico gratis che Putin è in questo momento uno degli uomini di governo migliori che ci siano sulla faccia della terra. Insieme con Trump”.
Al direttore - Come non essere colpiti e commossi da quello che accade in queste ore in Ucraina? Quelle interminabili colonne di profughi che si ammassano in Polonia, Romania e fuggono dalla guerra. Ma quelle donne, quei bambini, quei vecchi, a parte il pigmento della pelle, in cosa sono differenti da quelli che “popolano” i barconi e attraversano il Mediterraneo o i paesi balcanici? Nei loro occhi non c’è la stessa paura, disperazione, orrore per quello che hanno patito, e la stessa speranza di vivere un’altra vita? Come fa Matteo Salvini a dire che gli ucraini sono “veri” profughi? Quelli che a prezzo di infinite fatiche e sofferenze attraversano il Fezzan infuocato, e sfidano il Mediterraneo su barchini, sono “falsi”? Prima l’emergenza del Covid, e ora la scellerata guerra scatenata da Putin dimostrano quanto sia attuale nel suo esser radicale, la poesia di John Donne: “Nessun uomo è un’Isola, / intero in se stesso. / Ogni uomo è un pezzo del Continente, / una parte della Terra. / Se una zolla viene portata via dall’onda del mare, / la Terra ne è diminuita, / come se un promontorio fosse stato al suo posto, / o una magione amica o la tua stessa casa. / Ogni morte d’uomo mi diminuisce, / perché io partecipo all’Umanità. / E così non mandare mai a chiedere per chi suona la campana: / essa suona per te”.
Valter Vecellio
Al direttore - Ci sono momenti nella storia in cui una sola è la cosa giusta da fare. Che le istituzioni europee mettano da parte esitazioni, dubbi, capziosità, cavilli giuridici e pastoie burocratiche e accolgano subito l’Ucraina nella Ue. Detto da uno che ha sempre guardato con scetticismo a “questa” Europa ma che oggi si sente soltanto e profondamente europeo.
Riccardo Luraschi