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La hotline per denunciare la censura serve a Mosca, non a Roma

Chi ha scritto al direttore Claudio Cerasa

Al direttore - Sanzioni? Pagate in rubli? E noi vi diamo il resto in minibot.
Giuseppe De Filippi


Al direttore - All’inizio del Novecento l’avanguardia futurista italiana esaltava il varietà perché meraviglioso ed eccentrico, anti intellettuale e popolare, capace di coinvolgere il pubblico in modo attivo e di suscitare il suo apprezzamento con urla e schiamazzi. “Creiamo la scena”, scriveva Enrico Prampolini nel 1915. Inventiamo cioè uno spettacolo che non deve dipendere dalla parola ma dalla libera e sfrenata immaginazione dell’autore, che non deve quindi imitare la realtà ma stupire, divertire, emozionare e abbindolare gli spettatori con la rapidità e il sensazionalismo del suo messaggio. Il “teatro della sorpresa”, come recita il titolo di un manifesto firmato da Filippo Tommaso Marinetti e Francesco Cangiullo sei anni dopo, doveva insomma gettare alle ortiche ogni scoria elitaria e diventare “alogico, irreale”. Artificio, comicità, circo, imprevedibilità, testi scarni e insignificanti personaggi erano i canoni e i valori della drammaturgia futurista. E’ esattamente quella oggi riportata agli antichi fasti dalla compagnia di giro del capocomico tavarish Travaglioskij, partigiano della pace à la carte. I suoi editoriali sul Fatto e le sue comparsate televisive sono ormai spettacoli cult. Il genere: burlesque giornalistico. I prezzi: modici. “Benvenuti a teatro, dove tutto è finto ma niente è falso” (Gigi Proietti).
Michele Magno


Al direttore - Il presidente dell’Anpi è contrario all’invio di armi ai resistenti (partigiani?) ucraini. Se solo fosse stato un partigiano combattente nella guerra di liberazione le avrebbe sicuramente accettate.  Anche quelle americane.
Domenico Sugamiele 

“L’Ungheria ha emanato un decreto che vieta il trasferimento delle armi in Ucraina attraverso il territorio ungherese. Lo rende noto il premier magiaro, Viktor Orbán, in un video pubblicato su Twitter al termine della riunione del Consiglio per la sicurezza nazionale, convocata per fare il punto sulla situazione”. Non so perché ma a leggere questa notizia viene da pensare all’Anpi. Ma solo in un primo momento, perché poi persino il cattivissimo Orbán ha deciso di fare quello che l’Anpi non vorrebbe fare: autorizzare il passaggio d’armi. 



Al direttore - Parteggiando per gli ucraini invasi dai russi, mi sono ritrovato, una volta tanto, allineato con la posizione del “mainstream”. Mi accingevo ad assaporare quella superiorità morale che viene accordata ai “buoni”, quando improvvisamente è dilagato lo spettacolo grottesco della psicosi russofoba, con il boicottaggio di artisti, scrittori (inclusi quelli morti), sportivi (inclusi quelli delle Paralimpiadi), intellettuali, cocktail, financo felini colpevoli di essere russi, con tanto di liste di proscrizione per i filorussi. La superiorità morale va a farsi benedire, se alla censura di stato dell’autocrate l’occidente contrappone l’isteria censoria del politicamente corretto e della cancel culture.
Daniele Montani 

Andiamoci piano. Separare le carriere, distinguendo ciò che si pensa da ciò che si fa, dovrebbe essere una prerogativa non negoziabile di una società aperta. Ma quando c’è una guerra gli errori che vengono commessi, per quanto gravi, rientrano nei danni collaterali generati dall’affermazione violenta di una dittatura diversa da quella che lei indica. L’ambasciata russa a Roma ha attivato una hotline contro le discriminazioni dei russi in Italia. Ok. Ma, come ha scritto ieri Luciano Capone sul Foglio, se c’è un posto nel mondo in cui, più che ovunque, vengono pesantemente violati i diritti essenziali dei russi quello è la Russia: la hotline serve a Mosca.

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