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Il disonore e la guerra. Pensare a Churchill leggendo De Benedetti

Chi ha scritto al direttore Claudio Cerasa

Al direttore - “Ma davvero pensiamo ancora di esportare la democrazia con le armi?”, si è chiesto un corrucciato Carlo De Benedetti nell’intervista al Corriere della Sera di domenica scorsa. Domanda legittima, ci mancherebbe. E sulla quale chissà che non abbia avuto un qualche effetto il fatto che l’Ingegnere oltre che italiano è cittadino della neutrale Svizzera. C’è però un però. All’Ingegnere sembra infatti sfuggire il non banale dettaglio che qui il problema non sono gli Stati Uniti che stanno facendo la guerra per esportare la democrazia in Russia, ma il fatto che la Russia ha scatenato una guerra per asportare la democrazia dall’Ucraina. Ci passa una bella differenza, direi. Insomma va bene, siamo in democrazia (ops) e ognuno è libero di coltivare il suo antiamericanismo come e meglio crede. E va bene anche, lo diceva Nietzsche, che non esistono i fatti ma solo le interpretazioni dei fatti. Ma un conto è il confronto e la diversità di vedute, tutt’altra faccenda è il ribaltamento della realtà frutto di un pregiudizio ultimamente ideologico. E visto che ci siamo diciamola tutta: se è accettabile ancorché non auspicabile il ricorso alle armi per favorire l’instaurarsi di regimi democratici, è invece oltremodo ingiustificata e inaccettabile ogni guerra che punti a sostituire una democrazia, pur imperfetta e sempre migliorabile come lo sono i regimi basati sulla libertà, con qualcosa di gran lunga peggiore che sotto le apparenze della libertà nasconde il volto della tirannia. Checché ne pensi l’Ingegnere, aveva ragione Churchill: la democrazia è il peggiore dei sistemi politici fatta eccezione per tutto il resto.

Luca Del Pozzo

 

Non so a lei, ma le parole dell’ingegnere Carlo De Benedetti, non so dirle bene perché, a me hanno ricordato quel che disse Churchill dopo la Conferenza di Monaco, quando i capi di stato e di governo di Francia, Regno Unito, Italia e Germania firmarono un documento molto sfortunato con cui veniva permesso alla Germania di annettersi gran parte della Cecoslovacchia.  Dopo il patto di Monaco, Churchill tenne un celebre discorso indirizzato direttamente al suo primo ministro. Disse: “Potevano scegliere fra il disonore e la guerra. Hanno scelto il disonore e avranno la guerra”.

 


 

Al direttore - Se i talk-show televisivi fossero una pandemia, la lettura dei due mini saggi di Crippa e Minuz sull’ultimo numero weekend del Foglio dovrebbe essere usata per la campagna vaccinale obbligatoria.

Carlo Candiani

 

Articoli fenomenali. Da imparare a memoria. Con una piccola precisazione: il sondaggio di “Piazzapulita” che abbiamo citato era relativo non al gradimento di Putin fra gli italiani ma fra i russi (Istituto Levada).

 


 

Al direttore - Le leggo, caro direttore, cosa ho ritrovato nel programma di governo del M5s e della Lega. Anno 2018. “Si conferma l’appartenenza all’Alleanza atlantica, con gli Stati Uniti d’America quale alleato privilegiato, con una apertura alla Russia, da percepirsi non come una minaccia ma quale partner economico e commerciale potenzialmente sempre più rilevante. A tal proposito, è opportuno il ritiro delle sanzioni imposte alla Russia, da riabilitarsi come interlocutore strategico al fine della risoluzione delle crisi regionali (Siria, Libia, Yemen). E’ inoltre necessario rifocalizzare l’attenzione sul fronte del Sud. Non costituendo la Russia una minaccia militare, ma un potenziale partner per la Nato e per l’Ue, è nel Mediterraneo che si addensano più fattori di instabilità quali: estremismo islamico, flussi migratori incontrollati, con conseguenti tensioni tra le potenze regionali. Nell’area, l’Italia dovrebbe intensificare la cooperazione con i paesi impegnati contro il terrorismo”. Pagina 18 del contratto di governo firmato da M5s e Lega nel maggio 2018.

Luca Martoni

 

Dio benedica Mattarella.

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