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Europa e Usa in Ucraina hanno interessi diversi ma obiettivi simili
Chi ha scritto al direttore Claudio Cerasa
Al direttore - Che l’Europa e gli Stati Uniti abbiano interessi diversi è scontato e, a volte, evidente. Sarebbe strano pensare il contrario. Ma c’è un interesse comune, che sovrasta tutti gli altri (economici, energetici, eccetera) e che, incredibilmente, viene sottovalutato e sottaciuto: la difesa della libertà. Basterebbe solo questo assunto, vale a dire l’impegno assoluto per la libertà, a giustificare e blindare l’asse tra Usa ed Europa nella difesa dell’Ucraina aggredita dalla Russia di Putin; per oscurare e tacitare ogni conflitto di interessi; e per rafforzare lo strumento di difesa comune della Nato all’indomani della Seconda guerra mondiale. Tutte le altre considerazioni passano in secondo piano rispetto all’esigenza di salvaguardare la dea libertà. Invece. Invece fior di analisti non fanno altro che cercare di spaccare il capello in quattro o in otto pur di sottolineare le divergenze (neppure parallele) tra Usa ed Europa, con il relativo retropensiero teso ad allargare la distanza tra le due sponde dell’Atlantico. Gli avvocati divorzisti tra Usa ed Europa farebbero bene a rileggere gli scritti di Anna Politkovskaja, la giornalista e scrittrice russa assassinata a Mosca nel 2006. Scritti (vedi i volumi “La Russia di Putin”, “Diario russo” e “Per questo”) che, oltre a sprigionare un’insopprimibile voglia di libertà in ogni loro rigo, costituiscono un atto di accusa nei confronti dell’indolenza occidentale davanti alla tracotanza del nuovo zar. Anna non si fa illusioni. Sa che i suoi appelli per la democrazia liberale e per la moderna civiltà giuridica cadono e cadranno nel vuoto anche a ovest del suo impero di residenza. Altro che protagonismo, muscolarismo ed esibizionismo atlantico ai confini con la Russia. La Politkovskaja denuncia, da subito, l’indifferenza, se non la fascinazione, di numerosi leader occidentali davanti all’inarrestabile cammino dell’ex kagebista di San Pietroburgo. Che all’Ucraina sarebbe capitato quello che le è capitato il 24 febbraio scorso, era già scritto negli articoli e nei libri della coraggiosa giornalista. In quelle pagine la vicenda cecena, cui si unisce la repressione del dissenso interno in Russia, non ha bisogno di particolari esegeti: i reportage dal fronte riportano brutalità ed efferatezze continue, le cronache dalla capitale illustrano scene orwelliane. Per non parlare di tutti gli altri soprusi, qua e là, tesi a corroborare la tirannide putiniana. Finale. Attenti a insistere sulla diversità di interessi tra Usa ed Europa. La Russia che leggeva e rilegge Anna Politkovskaja, una Russia che, sia pure minoritaria, rimane la Russia più colta e avanzata, forse chiede tutt’altro al mondo libero. Gli chiede di fare quadrato per difendere la libertà, mettendo, almeno per ora, in secondo piano tutti gli altri interessi divergenti che albergano in occidente. Ma per numerosi intellettuali europei e americani, direbbe uno spirito disincantato come l’economista austriaco Joseph A. Schumpeter (1883-1950), la libertà è un optional, se non una fastidiosa responsabilità.
Giuseppe De Tomaso
Europa e Stati Uniti hanno interessi diversi nella guerra in Ucraina, ma obiettivi convergenti: sostenere le società aperte, difendere la democrazia, combattere i regimi illiberali e ricordare, come sosteneva Churchill, che di fronte ai despoti una persona conciliante è come uno che dà da mangiare a un coccodrillo perché spera che questo lo mangi per ultimo.