(foto EPA)

lettere

Neanche i capricci di Orbán oscurano lo sforzo dell'Ue contro Putin

Chi ha scritto al direttore Claudio Cerasa

Al direttore - Il 12 giugno non ti far fregare / per i referendum vai a votare. La malagiustizia è una questione colossale / che alla democrazia fa un gran male. “Non mi riguarda” non lo puoi dire / prima o poi anche te può colpire. Non solo Tortora ne fu travolto fino a morire / mille innocenti l’anno ne vanno a patire. Con i referendum decidi tu / con i referendum decidi tu. L’Associazione magistrati i referendum vuole boicottare / Le correnti a spartirsi il potere voglion continuare. Il caso Palamara lo ha dimostrato / in quale verminaio il Csm han trasformato. Contro le riforme della Cartabia han scioperato / neppure le leggi del Parlamento hanno accettato. Con i referendum decidi tu / con i referendum decidi tu. Molti partiti e media ti negano l’informazione / non ti trattano da cittadino ma da coglione. Sperano che tu vada al mare / o preferisca a casa di restare. il tuo voto vogliono annullare / e la democrazia diretta cancellare. Con i referendum decidi tu / con i referendum decidi tu. Chi ti invita all’astensione / è proprio un imbroglione. Se pensi di protestare / non andando a votare. Non un dispetto gli fai / ma un regalo gli dai. Il 12 giugno non ti far fregare / per i referendum vai a votare. Il quorum non far mancare / vota Sì, vota No, ma vai a votare!
Peppino Calderisi 

Il 12 giugno si può votare / ai referendum si deve andare. Cinque sì per il garantismo / non sono certo un gargarismo. Ma far fallire il piano Salvini / è una tentazione da birichini. Ci perdonerà caro Calderisi / ma non ce la sentiamo di essere così decisi.



Al direttore - Leggo oggi la lettera al direttore di Massimo Teodori e la  Sua risposta che ci ricorda il referendum che si svolgerà in Danimarca relativamente all’abrogazione della clausola opt-out che fino a oggi ha  tenuto fuori la Danimarca dalla politica di Difesa comune dell’Unione europea. La Danimarca è anche il paese che ha comunicato che per nessuna ragione al mondo intende sottostare al ricatto della Russia  di pagare il gas in rubli, con le conseguenze che ne seguiranno. Anche la Bulgaria è stata oggetto delle attenzioni della Russia, che anche in questo caso ha bloccato i rifornimenti di gas a Sofia per ragioni simili. Guarda caso Danimarca e Bulgaria furono tra i pochissimi paesi europei i cui governi si rifiutarono o comunque fecero di tutto per impedire la consegna ai nazisti degli ebrei residenti sui rispettivi territori durante la Seconda guerra mondiale. Forse  anche una  “mente lineare non abituata al ragionamento complesso” potrà vedere in questa similitudine storica il valore e l’orgoglio  di due popoli che allora e oggi non si sono piegati e non si piegano  al ricatto dei nazisti (quelli veri).
Carlo Ferrari


Ci sono alcuni paesi in Europa che hanno capito che la Russia, come diceva John McCain, è solo una pompa di benzina mascherata da paese. Le risorse economiche della Russia arrivano da lì (il valore complessivo delle attività collegate a petrolio, gas e altre risorse naturali nel 2021 ammontava a circa il 60 per cento del pil russo). Tenere aperta la pompa di benzina significa scegliere di finanziare la guerra della Russia, è vero, ma accusare l’Europa di non essere sufficientemente tosta con la Russia significa non voler guardare in faccia la realtà. E in fondo, alla fine dei conti, ha ragione il Wall Street Journal quando dice, come ha fatto ieri, che “le sanzioni petrolifere mostrano che l’Europa è disposta a fare alcuni sacrifici economici per aiutare l’Ucraina e scoraggiare l’aggressione del Cremlino” e che portare avanti “un embargo effettivo sul 90 per cento delle esportazioni di petrolio russo entro la fine dell’anno” è un risultato storico, irreversibile, che non potrà essere messo in discussione neppure dai capricci di Orbán.