Il soccorso Alpino in azione, dopo la tragedia della Marmolada (Ansa)

Lettere

La tragedia del ghiacciaio e i limiti delle colpe scaricate  sull'uomo

Chi ha scritto al direttore Claudio Cerasa

Al direttore - La capacità tutta italiana di affidarsi a presunti pensatori d’oltre oceano anche quando visibilmente sconnessi dal buon senso sta portando a un diluvio di interviste a Jeffrey Sachs,  consigliere del Papa per le questioni ambientali. E verrebbe voglia di aggiungere con tutto il rispetto per il Santo Padre: si vede. A dispetto del suo curriculum, è  professore di Economia ad Harvard, è talmente accecato da un viscerale anti americanismo da sostenere idee quanto meno bislacche. In una recente intervista per esempio ha affermato di essere convinto che il Covid sia stato prodotto in un laboratorio biotech americano. “Non ho le prove – ha aggiunto – ma solo perché nessuno le ha cercate. Ma io ne sono convinto”.  Evidentemente abbiamo sopravvalutato Davigo e la Procura di Trani. Poi con brevi cenni sul mondo passa alla situazione internazionale. La causa della guerra in Ucraina? La spinta a est di Stati Uniti e Nato senza la quale la guerra si sarebbe potuta evitare. Nemmeno una parola sulle responsabilità russe, le vittime ucraine e il diritto all’autodeterminazione delle nazioni. Infine la Cina rispetto alla quale gli Stati Uniti esagerano in una politica di confronto anziché di collaborazione per salvare il pianeta. Cioè la Cina è in perfetta buona fede e gli Stati Uniti no. Una cosa giusta il professore la dice a proposito di riscaldamento globale quando prende atto che tutte le politiche messe in atto fino a oggi non hanno prodotto risultati e che i limiti posti dell’Ipcc saranno inevitabilmente superati.  Senza domandarsi come mai e soprattutto se non sia il caso di rivedere alcune ricette che evidentemente non producono risultati. La colpa è naturalmente della specie  umana, destinata all’estinzione, e degli Stati Uniti che sono prigionieri delle lobby dei fossili. Le tre questioni sono molto più legate di quel che sembra e hanno un filo conduttore. Un’ideologia catastrofista  e complottarda. Niente di nuovo per noi, ma non si capisce perché adesso importarla dagli Stati Uniti come se non bastassero gli esponenti nazionali.
Chicco Testa

“La letteratura scientifica recente ha messo sempre più in evidenza l’esistenza di una variabilità climatica naturale legata soprattutto ai grandi cicli millenari, secolari e pluridecennali dell’attività solare e della circolazione oceanica, che sono stati responsabili di altri periodi caldi degli ultimi 10.000 anni. Il cosiddetto consenso scientifico a favore del contributo antropico non sussiste, essendovi invece una notevole variabilità di opinioni tra gli specialisti del settore, climatologi, meteorologi, geologi e geofisici. E’ scientificamente poco realistico individuare nelle emissioni umane praticamente l’unica causa del riscaldamento osservato dal secolo passato a oggi”. Il clima è cambiato, su questo non c’è dubbio, e il ghiacciaio della Marmolada è lì a ricordarcelo. Ma le ragioni per cui il clima è cambiato, come ricorda il professor Franco Prodi in questo vecchio virgolettato, sono tante e scaricarle solo sull’uomo, sull’uomo occidentale, è solo un modo come un altro per aggirare il problema. 


 

Al direttore - Si sente dire a ogni piè sospinto che nel nostro paese mancano i medici. Mi chiedo a questo punto che senso abbia mettere dei severi test d’ingresso alla facoltà di Medicina. Se mancano medici e se ci sono pochi posti nelle facoltà di Medicina, l’unica soluzione è quella di aumentare i posti per gli studenti di Medicina eventualmente aprendo nuove facoltà. Porre ostacoli all’accesso alla facoltà di Medicina non risolve di certo il problema della mancanza dei medici.
Pietro Volpi

Il problema mi sembra un altro, caro Volpi. Il problema è che i medici, pur essendoci, non vengono assunti dagli ospedali, che nonostante il Covid, nonostante tutto, sono sotto organico e soprattutto nelle grandi città non fanno concorsi, non li fanno le regioni, e addirittura in alcuni casi chiudono. Il problema non è che non ci sono medici, dunque. E’ che gli azionisti degli ospedali, le regioni, pur avendo personale in meno rispetto a quello necessario, scelgono spesso di restare così: nel limbo. Per evitare che gli ospedali lavorino sotto organico c’è solo una soluzione possibile: investire e innovare.

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