Lettere
Contro chi crede di difendere l'ambiente con l'immobilismo. Musica di Jovanotti
Chi ha scritto al direttore Claudio Cerasa
Al direttore - Grande è la confusione sotto il cielo, ma la situazione – diversamente da quanto credeva Mao Zedong – non è eccellente. Del resto, il “grande timoniere” si riferiva al caos della società cinese all’inizio degli anni Sessanta, che a suo giudizio avrebbe favorito il movimento rivoluzionario. Da noi rischia di sollevare nuovamente solo il vento dell’antipolitica.
Michele Magno
Reinterpretiamo Flaiano: la situazione è seria, ma non così grave.
Al direttore - Dagli atti di indagine di Brescia emerge che in procura a Milano litigavano anche sul diritto di mettere l’auto nel cortile del palazzo: raffinati dibattiti giuridici in asilo Mariuccia.
Frank Cimini
Al direttore - “De hoc satis”, bisognerebbe dire, dopo due mesi, di fronte ai temporeggiatori. Essi hanno vinto la competizione elettorale per il governo delle Generali, ma da due mesi sono chiamati a una decisione che dovrebbe essere fisiologica. La via maestra appare evidente. Per la individuazione del componente il consiglio di amministrazione, il percorso più netto, dopo le rinunce, è quello seguito dalla procedura valida anche per le competizioni elettorali politiche. Appigli per posizioni contrarie ve ne sono sempre. E, allora la scelta dello “scorrimento” è quella che può ricevere il minor numero di obiezioni. Pensare alla cooptazione, significa andare in un altro campo. Qui non siamo in presenza del venir meno “in itinere” di un amministratore; siamo, invece, in fase “costituente” post votazione assembleare: ancora il consiglio con il suo “plenum” non c’è. Non si possono confondere le due situazioni. Per di più, cronache finora non smentite riferiscono di una Mediobanca – primo azionista del Leone – che spingerebbe perché si superi finalmente l’impasse. Bene ha fatto la Consob a intervenire. Vi è anche un interesse più ampio e generale che travalica i singoli protagonisti e riguarda risparmiatori, investitori, il paese. Chi può osservare senza commentare il “no pasarán” sullo scorrimento con blocco su di una determinata persona? O bisogna ipotizzare una soluzione del tipo “Conclave di Viterbo”? Ma la scelta dello scorrimento si riproporrebbe comunque e i dinieghi ad personam con il tempo si indebolirebbero sempre più.
Angelo De Mattia
Al direttore - A due settimane dal Jova Beach Party di Barletta, anche qui arrivano le polemiche dei No Beach, e il dossier finisce sul tavolo del ministero della Transizione. Legambiente ha scritto le sue osservazioni sulla concessione demaniale, chiedendo di spostare il concerto da un’altra parte. I No Beach si sono organizzati sia a Ravenna che a Roccella, ma “il caso di Barletta è ancor più particolare – dice il presidente di Legambiente Puglia – perché il concerto si svolge in una location in cui il circolo Legambiente locale ha avviato un’azione di tutela dell’area che ha portato alla nidificazione del fratino e alla rinaturalizzazione delle aree”. Jovanotti già tre anni fa aveva capito tutto, quando scrisse che “non mi sarei aspettato che il mondo dell’associazionismo ambientalista fosse così pieno di veleni, divisioni, inimicizie, più inquinato dello scarico della fogna di Nuova Delhi”. Forse se anziché il Wwf avesse chiamato a collaborare al Jova Beach Party Legambiente, l’associazione sarebbe stata a favore. Come infatti contrasta il parco eolico a 12 miglia al largo del Salento, e sponsorizza quello di Taranto a 100 metri dalla spiaggia. “I love you baby”.
Annarita Digiorgio
Piuttosto che perdere tempo con Jovanotti, e i suoi splendidi concerti, gli ambientalisti potrebbero spiegarci perché, se proprio vogliono difendere l’ambiente, se proprio vogliono difendere il nostro futuro, non perdono qualche istante del loro tempo a combattere contro la burocrazia che rende difficile in Italia mettere a terra anche i progetti legati alle rinnovabili. Un dato su tutti: la durata media di un iter autorizzativo per un impianto rinnovabile in Italia è di sette anni (la così detta direttiva Red, Renewable Energy Directive, prevede che la durata di un iter debba essere di un anno, al massimo due in casi eccezionali). Piuttosto che perdere tempo con chi cerca di trovare un punto di incontro pragmatico ed efficace tra difesa del nostro benessere e difesa del nostro ambiente, come Jovanotti fa in fondo, gli ambientalisti dovrebbero chiedersi da quando l’immobilismo è l’unica forma consentita di difesa dell’ambiente. Cambiare musica, please.