Qualche domanda a Meloni sulle amicizie russe dei suoi alleati
Chi ha scritto al direttore Claudio Cerasa
Al direttore - Durante una campagna elettorale l’aria è piena di discorsi. E viceversa.
Michele Magno
Al direttore - Caro Cerasa, assistiamo da mesi al surreale dibattito sull’invio di armi all’Ucraina, sul quale Mario Draghi è sempre stato chiaro, schierandosi subito dalla parte giusta della storia. C’è da parte di molti una grande mistificazione su questo tema, tesa a spostare l’attenzione da un evento incontrovertibile, ovvero l’immotivata guerra scatenata da Putin. C’è un dato di fatto che spesso non viene preso in considerazione, forse anche in malafede: sono gli ucraini a voler combattere fino alla fine per la loro patria (e noi non possiamo negarglielo). Gli stessi ucraini che, se non avessero ricevuto le nostre armi, avrebbero combattuto anche a mani nude, con un epilogo molto più amaro di quello odierno: un paese finito, conquistato e tantissimi morti (tutti ucraini), molti più di quanti ce ne siano stati finora. La strenua resistenza degli ucraini, che spero non venga mai dimenticata, è (purtroppo) la cosa migliore che possiamo avere in questo momento, perché ci permette di evitare una guerra mondiale e di difendere al contempo i nostri valori occidentali, proprio quelli ai quali la democratica Ucraina voleva legittimamente aderire. Ecco, questa è una guerra di valori. E’ innegabile che gli ucraini stiano combattendo anche per noi occidentali, ma ciò non toglie (anzi, lo rafforza ancora di più) che permettere all’Ucraina di difendersi sia sacrosanto e necessario. Chi lo nega è in malafede, e vorrebbe la morte di uno stato europeo sovrano e la messa in pericolo dell’occidente intero. E’ un dato di fatto, incontrovertibile proprio come la guerra voluta solo da Putin. Certo, non è equo che gli ucraini combattano per tutti noi occidentali, ma è purtroppo l’unica cosa giusta e possibile a oggi. Un popolo ha tutto il diritto di difendere la propria storia e i propri valori di identità e d’indipendenza, specie se aggrediti in questo modo. Dobbiamo definitivamente capire che “non inviare armi” non corrisponde a “pace” o a “tregua”, bensì a “resa” e “morte dei nostri valori”. Gloria all’Ucraina.
Flavio Maria Coticoni
A questo proposito. Ieri, nella giornata in cui Salvini si è dovuto difendere dalle accuse di aver trafficato con i russi mentre si apprestava a fare il governo, Giorgia Meloni ha detto una cosa interessante: “Un’Italia guidata da Fratelli d’Italia sarà affidabile all’estero. Saremo garanti, senza ambiguità, della collocazione italiana e dell’assoluto sostegno all’eroica battaglia del popolo ucraino”. Domanda numero uno: ma la Meloni sa con che partito è alleata per andare al governo? E sa che il partito con cui è alleata per andare al governo è un partito che a inizio marzo ha scelto di non cancellare un “partenariato” con il partito di Vladimir Putin? E sa che in quell’accordo il partito con cui Meloni è alleata prevede un continuo “scambio di informazioni” tra i due partiti? E sa che quell’accordo, confermato dalla Lega, sarà valido per i prossimi cinque anni? E se lo sa, perché i Fratelli d’Italia non chiedono ai Fratelli di Russia di stralciare quel patto? E’ gradita risposta, grazie.