Lettere
Per il rigassificatore e un nuovo ambientalismo del sì. Ci scrive il sindaco di Ravenna
Gli investimenti sui rigassificatori sono strategici per il paese e hanno a che fare non solo con la competitività del nostro sistema produttivo, ma anche con i princìpi di libertà e democrazia. erve una rivoluzione, un nuovo ecologismo del sì, amico della scienza, ambizioso, concreto e pragmatico
Al direttore - Oggi (ieri per chi legge, ndr) si è aperta la Conferenza di servizi decisoria in forma simultanea e in modalità sincrona per il rigassificatore a Ravenna. La conferenza è coordinata dal presidente della regione Emilia-Romagna Stefano Bonaccini nel ruolo di commissario del governo, indiscutibilmente uno degli uomini politici che in Italia rappresentano al meglio la cultura del fare. Gli investimenti sui rigassificatori sono strategici per il paese e hanno a che fare non solo con la competitività del nostro sistema produttivo, ma anche con i princìpi di libertà e democrazia, perché offrono la possibilità all’Italia di scegliere liberamente le proprie forniture energetiche, svincolandosi da odiosi legami di necessità con singole dittature.
Si va verso la campagna elettorale e il tema dei rigassificatori è entrato già a pieno titolo nel dibattito: è stato uno dei punti cruciali dell’intesa fra Pd e Azione, e a giorni credo vedremo come questo argomento sarà delineato anche dalla destra. La regione Emilia-Romagna, il comune di Ravenna e Snam stanno lavorando per portare a concretezza questo investimento, perciò mi sembrerebbe importante avere impegni precisi da parte dei due principali schieramenti. Mi piacerebbe inoltre che chi si candida a governare il paese si pronunciasse anche sulla possibilità di portare avanti in maniera ordinaria e non solo con gestioni commissariali, queste conferenze di servizi tanto complesse in cui sono coinvolti decine e decine di enti e tecnici.
Per capirci, alla Conferenza erano presenti 90 tecnici facenti parte di 57 servizi di molteplici enti, chiamati a valutare il progetto del Fsru entro 120 giorni. Su questo specifico iter mi sento fiducioso che nei 120 giorni la Conferenza di servizi si concluderà con un’istruttoria seria che potrà dare esito positivo; ma è più che evidente che al di fuori delle procedure commissariali sarebbe praticamente impossibile portare a termine percorsi autorizzativi tanto complessi e costituiti da un così gran numero di enti e tecnici. Dunque, oltre a chiedere alle due principali forze di governo se hanno in mente un’Italia più libera e più indipendente dal punto di vista dell’approvvigionamento energetico, chiedo se stiano pensando anche un’Italia più semplice nell’attuare gli iter di valutazione e di miglioramento dei progetti. Grazie all’impegno del commissario e al supporto del territorio, Ravenna porterà a casa questo risultato, ma credo che sia doveroso e legittimo da parte di un’Italia che vuol tenere insieme sviluppo economico e tutela ambientale chiedere un paese più semplice. Arrivare a ottenere autorizzazioni circoscrivendo e semplificando le competenze, arginando la proliferazione di decine di enti, evitando che più enti dello stato si debbano pronunciare sui medesimi aspetti e impostando procedure che facciano affidamento di volta in volta su pochi uffici strutturati e qualificati, è possibile.
Spesso i complessi e farraginosi iter burocratici di autorizzazione di progetti, in particolare in ambito ambientale, si traducono in una politica del non fare, che invece di tutelare l’ambiente lo danneggia. Togliere burocrazia, semplificare e concentrare le procedure, accorpare le competenze significa agevolare la realizzazione di progetti e investimenti fondamentali per il futuro ambientale del nostro paese. Serve una rivoluzione, un nuovo ambientalismo del sì, amico della scienza, ambizioso, concreto e pragmatico. Il momento è adesso.
Michele De Pascale, sindaco di Ravenna
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