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L'efficienza energetica passa anche dai nostri tabù
Chi ha scritto al direttore Claudio Cerasa
Al direttore - Clima Mite.
Giuseppe De Filippi
“Realizzare da subito risparmi utili a livello europeo per prepararsi a eventuali interruzioni delle forniture di gas dalla Russia”. Ha scritto così ieri il ministero della Transizione ecologica guidato da Roberto Cingolani, individuando come obiettivo la riduzione di un grado per il riscaldamento degli edifici, da 17 con più o meno 2 gradi di tolleranza per gli edifici adibiti ad attività industriali, artigianali e assimilabili, da 19 con più o meno 2 gradi di tolleranza per tutti gli altri edifici. E, scrive sempre il Mite, le stime dell’impatto di tutte le misure di contenimento “portano a un potenziale di circa 5,3 miliardi di metri cubi di gas”. Nulla di drammatico, per ora: scommettere sull’efficienza energetica è parte integrante di una saggia strategia che aiuterà l’Italia a scommettere su una vera indipendenza energetica. Resta però una domanda. Piccola. Ma se l’efficienza energetica è un tema centrale della fase economica che stiamo vivendo, oltre a risparmiare il più possibile non sarebbe ora di sfruttare il più possibile tutte le risorse energetiche, a partire dal gas, che l’Italia ha ma che per pura ideologia non vuole sfruttare?
Al direttore - “How is my guy (Giuseppi) doing”? Nulla di più kitsch dell’accoppiata Trump-Conte. Un saluto.
Massimo Teodori
Matteo Salvini si ispira a Donald Trump. Donald Trump, però, invita Giorgia Meloni alle convention dei repubblicani. Donald Trump, a sua volta, in Italia si interessa del suo ragazzo, Giuseppi, che in Italia cerca di giocare il ruolo dell’anti Trump, e il quale Giuseppi, a sua volta, fino a qualche ora fa, era considerato, dal Pd, un punto di riferimento fortissimo dell’agenda progressista. Come avrebbe detto forse Paolo Villaggio: tesoro, aiuto, mi si sono intrecciati i diti!
Al direttore - Di fronte a pronostici che annunciano concordi una sconfitta come se fosse già acquisita rincuorare i candidati e spronarli a contrastare una profezia che rischia di avverarsi per il solo fatto che si autoalimenta, oltre che nell’interesse del partito, l’appello di Letta è in quello degli equilibri della nostra democrazia. Più che incoraggiarli a fare di più di quello che i candidati sono sicuro stanno facendo anche nel loro personale interesse, sarebbe a mio parere a loro d’aiuto una ridefinizione delle parole d’ordine che corregga e integri quelle che sono state finora tambureggiate attraverso la linea comunicativa adottata dalla Segreteria. A stare all’andamento dei sondaggi, penso al raddoppio della distanza tra FdI e Pd registrato in una sola settimana da quello SWG della 7 di lunedì sera, sembrerebbe infatti che la paura di una torsione autoritaria di ispirazione fascista non abbia finora raggiunto l’obiettivo prescelto. Più che evocare il passato lontano e il rischio di una torsione autoritaria della Costituzione altrettanto distante dalle preoccupazioni che vanno crescendo tra gli elettori mi concentrerei sulle conseguenze economiche immediate di una vittoria destra. Sulla scia di una riflessione pubblicata dal Mulino il corso più probabile seguito da un nuovo governo di destra sarà infatti quello che viene giustamente definito l’approccio polacco. Atlantista il tanto che basta ma scettico e conflittuale verso l’Ue. Destinato perciò a logorare lo spirito di solidarietà con il quale l’Europa ha risposto finora alle emergenze degli ultimi anni. Lo stesso spirito che è venuto in nostro soccorso e che ancora ci sostiene
Arturo Parisi