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Lettere

E se fosse Terzo polo alla Camera e Pd al Senato? Un indovinello

Chi ha scritto al direttore Claudio Cerasa

Al direttore - Non dico per chi voto (Terzo polo). Non voglio rovinarmi la sorpresa (semicit.). 
Michele Magno

Suggestione. E se fosse Terzo polo alla Camera e Pd al Senato? O viceversa?
 


 

Al direttore - “Mi telefona un tale che sta facendo una piccola inchiesta. Mi chiede di che nazionalità vorrei essere se non fossi italiano. La sua domanda è senza risposta. Si consoli pensando che per molti l’italiana non è una nazionalità, ma una professione” (Ennio Flaiano, “La solitudine del satiro”).
Marco Martoni

A proposito di telefonate. Piccolo indovinello malizioso, nato da una telefonata con il soggetto in questione. C’è un ex presidente del Consiglio del centrosinistra, di cui non si può fare il nome, che ha alcuni fratelli, di cui non si possono fare i nomi, e tra questi fratelli uno, famoso, non voterà Pd ma voterà Calenda. Chi è?



 Al direttore - Sotto traccia, nel paese, scorre un fiume di indignazione che non emerge in tutta la sua potenza ma si trasforma per il momento in uno smarrimento di massa. Sono milioni e milioni di italiani che alla vigilia delle elezioni non sanno ancora se andare a votare oppure no visto che non riescono a decidere per chi votare. Insomma l’offerta elettorale è modesta per contenuti e disarmante per i toni. Pochi ricordano quel che invece gli italiani avvertono sulla propria carne. In circa 30 anni (dal 1994 in poi) l’Italia è cresciuta dello 0,8 per cento di media ogni anno, la povertà assoluta è raddoppiata così come il livello di disoccupazione. Per non parlare del disastro sanitario e della istruzione pubblica. Un declino, insomma, dovunque si guardi e in particolare all’intero sistema politico ormai al collasso, visto che negli ultimi 5 anni il Parlamento non è stato in grado di indicare un suo membro per Palazzo Chigi e addirittura non è stato in grado di eleggere un nuovo presidente della Repubblica. Cos’altro dovrebbe accadere per convincere i presunti partiti a darsi una mossa recuperando identità e democrazia al proprio interno per fare quel salto di qualità che il paese aspetta da tempo? Gli italiani tutto questo lo avvertono e ne parlano in pubblico e più ancora in privato mentre molto spesso i media scivolano nel tifo senza rendersi conto che il sistema, voluto e costruito nei primi anni Novanta, è ormai alla frutta. Dinanzi a questo documentato scenario gli italiani ricordano anche un’altra terribile cosa. In questi 30 anni hanno governato tutti i protagonisti che oggi si rinfacciano di tutto e di più, promettendo ciascuno cose belle e utili per il domani. Ma perché, dicono molti, quel che promettete per domani non lo avete fatto ieri quando governavate? Il degrado del paese scolpito nei numeri lo avete prodotto voi pro quota, sembrano dire in tanti (il Pd ha governato in compagnia varia per 19 anni su 28 e per 10 anni negli ultimi 11 mentre il centrodestra al completo per nove) e prima di promettere qualcosa spiegateci il perché e il per come di tanto degrado e di tanta irrilevanza politica. E’ tempo che si apra subito una riflessione severa sugli ultimi 28 anni se non si vuole andare a una sorta di processo di Norimberga con il quale capire perché sono state vendute tante eccellenze italiane a prezzi non competitivi, chi lo ha fatto e perché lo ha fatto, chi e per quale perverso motivo oggi sta lavorando, consapevolmente o meno, perché il paese vada sotto la dittatura dei mercati finanziari facendo arrivare la Troika che spingerebbe in via definitiva l’Italia nel novero delle nazioni colonizzate. Mai come questa volta chi si vuole astenere e chi è drammaticamente indeciso chi votare hanno sacrosante ragioni da vendere  e i partiti sono all’ultima chiamata per dare in questi ultimi giorni segnali forti nel volere voltar pagina recuperando identità e democrazia bandendo termini generici e ambigui. Diversamente saranno ben presto tutti travolti e con essi il paese. 
Paolo Cirino Pomicino 

Paolo Cirino Pomicino

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