Foto di Filippo Venezia, via Ansa 

Lettere

Non c'è ragione per cui Cassa depositi e prestiti non debba acquistare la rete di Tim

Chi ha scritto al direttore Claudio Cerasa

Al direttore - Il governo naufraga sui naufraghi.
Michele Magno

 

Diceva sempre Leopardi: “Le persone non sono ridicole se non quando vogliono parere o essere ciò che non sono”. Chi le viene in mente?


 

Al direttore - Leggo della polemica tra il ministro Valditara e l’Anpi sul crollo del Muro di Berlino. Mi piace ricordare il discorso che Gaetano Salvemini pronunziò in pieno nazifascismo al Congrés International des écrivains pour la défense de la culture del giugno 1935 organizzato a Parigi dalla sinistra antifascista: “Non mi sentirei in diritto di protestare contro la Gestapo e contro l’Ovra fascista se mi sforzassi di dimenticare che esiste una polizia politica sovietica. In Germania ci sono i campi di concentramento, in Italia ci sono le isole-penitenziarie e nella Russia sovietica c’è la Siberia…”. 
Un saluto. 

Massimo Teodori


 

Al direttore - Si discute sull’acquisizione, da parte della Cassa depositi e prestiti, della rete di Tim. Secondo alcune cronache, si vorrebbe che la Cdp lanciasse un’Opa per poi aprire la rete, una volta acquisita, alla partecipazione di altri partner. Secondo quanto si legge e quanto si può stimare, la Cassa non avrebbe la disponibilità per un’Opa totalitaria, ma potrebbe lanciare un’offerta parziale. Seguono altre varianti di questa che comincia a diventare una “telenovela”. Finora gli esponenti della Cdp, in particolare l’ad Dario Scannapieco, tacciono, verosimilmente ispirandosi al “fuge rumores” e fanno bene. Si sostiene, per ora senza conferme, che rappresentanti del governo vorrebbero l’Opa. Tutto ciò avverrebbe, però, senza che si abbia un quadro preciso di quel che si pensa debba essere in futuro la Cassa, persistendo una confusione sul mandato non superata dalla sua qualifica di ente di promozione nazionale (che può significare tutto e il suo contrario). Per di più, bisognerebbe prestare grande attenzione alle eventuali spinte del governo. Se si consolidasse la figura di una Cassa quale strumento dell’esecutivo, la collocazione della stessa fuori dal perimetro del debito pubblico – una felice posizione – sarebbe rimossa da Eurostat con il bel risultato di far crescere il debito. L’autonomia della Cdp va ribadita, fermo restando, naturalmente, che di come la si esercita rispondono, innanzitutto, gli esponenti apicali dell’Istituto. In ogni modo, non può continuare a rimanere nella nebbia il mandato della Cassa qualificata dalla legge come intermediario finanziario non bancario: una qualifica inferiore a ciò che essa effettivamente può fare. Più che pensare ai rischi di dar vita a un nuovo Iri, pur non del tutto infondati, è sulle precedenti questioni che bisognerebbe intervenire da parte del governo e del Parlamento.
Con i migliori saluti. 

Angelo De Mattia

 

Non vedo una sola ragione per cui Cdp, per come si sono messe le cose, non debba acquistare il prima possibile la rete di Tim. Non vedo una sola ragione per cui Tim, per come si sono messe le cose, non sia destinata, con il debito che ha, con i dipendenti  che ha, con il passato che ha, a diventare nei prossimi dieci anni la nuova Alitalia. Non vedo una sola ragione per cui, nella prossima primavera, quando verrà discusso tutto l’assetto delle partecipate dello stato, non siano ridiscusse anche due controllate dallo stato che non sarebbero in scadenza: Cdp e Rai. Chissà.

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