Lettere
Attento Pd, le iene arrivano quando c'è un cadavere da spolpare
Chi ha scritto al direttore Claudio Cerasa
Al direttore - La Società italiana per lo studio della Storia contemporanea (Sissco) esprime forte e totale solidarietà a Salvatore Lupo, storico di fama nazionale e internazionale per i suoi studi fondamentali sull’organizzazione mafiosa, tradotti con successo in tutto il mondo, ma oggetto di insultanti quanto inaccettabili allusioni nel corso della trasmissione “Atlantide”, andata in onda lo scorso 18 gennaio su La7. In sua assenza e senza che il conduttore ritenesse di dover intervenire, il giornalista Saverio Lodato ha fatto riferimento implicitamente al lavoro di Lupo come espressione di ambienti di “borghesia mafiosa”, contrapponendogli ipotesi che la ricerca storica (grazie soprattutto al lavoro di Lupo) ha da tempo smentito come quelle relative al coinvolgimento della mafia nello sbarco degli alleati in Sicilia nel ‘43. Nel ribadire la sua piena solidarietà a Salvatore Lupo, la Sissco si rammarica che una rete televisiva nazionale ospiti dibattiti di livello tanto basso, e non ritenga di garantire studiosi seri e competenti da attacchi che minacciano la libertà di ricerca e contribuiscono al degrado del dibattito pubblico italiano.
Daniela Luigia Caglioti, presidente, e il direttivo della Sissco
Ormai funziona così: se critichi l’antimafia delle chiacchiere, gli amici dell’antimafia delle chiacchiere dicono che sei mafioso piuttosto che chiedersi cosa sarebbe successo, negli ultimi trent’anni, se l’antimafia delle chiacchiere, piuttosto che dare la caccia alle farfalle, avesse dato la caccia esclusivamente ai mafiosi. Ripetiamo qui, ai Lodato e compagnia farfalleggiante, la domanda che ci siamo già posti ieri: se la magistratura avesse dedicato più tempo, più energia, più risorse, più investigatori alla lotta contro la mafia piuttosto che alla lotta contro chi ha combattuto la mafia, la lotta contro la mafia sarebbe stata un po’ più efficiente o un po’ meno efficiente? Attendesi risposta, grazie.
Al direttore - Caro Cerasa, torna D’Alema, arriva Giarrusso e vuole che un cammello abbia difficoltà a passare dalla cruna di un ago.
Valerio Gironi
Come dice Luciano Capone, il Pd dovrebbe stare attento, perché le iene di solito arrivano quando ci sono cadaveri da spolpare.
Al direttore - La Cassa depositi e prestiti ha presentato una molto apprezzabile situazione che registra uno straordinario impegno di risorse per l’economia di oltre 30 miliardi – un livello segnato per la prima volta nella storia della Cdp – e l’attivazione di investimenti con una leva di 2,5 volte, per 80 miliardi circa. L’amministratore delegato, Dario Scannapieco, sta continuando a mettere ordine nelle partecipate. Con queste iniziative si dà pure concretezza in modi corretti a una “mission” e a un inquadramento istituzionale della Cassa definiti dalla legge solo genericamente. Detto tutto ciò, è sperabile che non abbiano fondamento alcuno le notizie per la verità non confermate che, di tanto in tanto, vengono pubblicate, secondo le quali si vorrebbe fare rientrare in uno spoils system allargato anche la Cassa che è, invece, una spa, prevede mandati degli organi che scadono solo nel 2024 – mentre l’amministratore delegato porta con sé una peculiare competenza ed esperienza anche europea – e presenta una situazione quale quella solo accennata: una migliore è arduo immaginare oggi. In questo caso, in particolare, eventuali aspirazioni ad attivare un imprecisato spoils system, rectius la lottizzazione partitica, significherebbero voler male alla Cassa o voler controllare e guidare “ab extra”, da settori del governo, le iniziative in cui è impegnata, ora ben promosse e seguite da Scannapieco, con la conseguenza del rischio di riclassificazione, da parte di Eurostat, dell’attività della stessa Cdp, ora fuori dal perimetro del debito pubblico. Un clamoroso autogol. Con i più cordiali saluti.
Angelo De Mattia