Foto di Matteo Corner, via Ansa 

Lettere

Le “Olgettine” e il sessismo, il lato più oscuro del giustizialismo

Chi ha scritto al direttore Claudio Cerasa

Al direttore - Il vecchio celodurista e utilizzatore finale ha avuto più rispetto per le sue “puttane allegre” di quanto non ne abbiano dimostrato decine di censori di penna e di parola che in questi lunghi anni di processo, dalle colonne di molti giornali progressisti, le hanno denudate, vilipese, accusate e stuprate senza pietà. E che anche dopo la sentenza di assoluzione hanno continuato a etichettarle “Olgettine”, a sottolineare che prendevano soldi e regali, a ironizzare sulla loro difesa di Berlusconi, a ignorare il travaglio e il dolore che una gogna così lunga e così aggressiva ha avuto sulla loro vita. Era meno discriminatoria, sleale, subalterna la singolare relazione professionale tra il ricco Cavaliere pagatore e le ragazze pronte a soddisfare i suoi desideri, di quella inquisitoria, unilaterale e pervasiva, imposta loro da un racconto pubblico in cui pure si proclama, in pagine diverse, la libertà assoluta di disporre di sé in ogni forma e in ogni modo.

È meno volgare la doppiezza di una comitiva di attempati, inguaribili e inguardabili libidinosi, che ridevano complici al detto “la topa deve girare”, dello sprezzante dileggio che ha trasformato le ragazze di Arcore in stereotipi della tentazione e della malafede. L’ambiguità del machismo novecentesco serbava, nell’ironia, un residuo di umanità, l’intransigenza del moralismo postmoderno azzera, nel sarcasmo, l’idea stessa che dietro ai protagonisti della cronaca ci siano persone in carne e ossa. Le “Olgettine” del romanzo popolare, costruito da decine di maître a penser della ferocia, sono meri oggetti, bersagli da impallinare in nome di un fine cieco che giustifica qualunque mezzo. Il sessismo è il lato più oscuro del giustizialismo, perché non ha neanche la riparazione tardiva del giudice terzo. Karima, Marysthell, Barbara sono state condannate per direttissima e stanno tutt’ora espiando l’ergastolo morale. Nessuna cronaca dell’assoluzione riconoscerà mai loro il ruolo di vittime. Vederle sfilare davanti alle telecamere in una superstite bellezza, ascoltare – per chi ha ancora orecchie per farlo – il dolore delle loro parole fa commuovere e augurarsi che possano ancora ricostruire una vita al riparo dei pregiudizi, nel modo più libero che desiderino. Anche senza la speranza che, prima o poi, qualcuno dei sacerdoti giustizieri si interroghi su che cosa è stato fatto a queste Donne.

Alessandro Barbano

 

Geniale.


 

Al direttore - Berlusconi è stato certamente vittima di un forsennato attacco giudiziario durato dal 1994 al 2013 con conseguenze politiche devastanti che hanno inciso fortemente sugli esiti della lotta politica in Italia, contraddicendo quindi alla radice la logica insita in uno stato di diritto. È inutile perdere tempo in commissioni parlamentari di inchiesta che non risolvono nulla, ma visto che Forza Italia è al governo e che il ministro della Giustizia è un garantista, questa è l’occasione per fare ogni sforzo allo scopo di realizzare una riforma decisiva qual è quella della separazione delle carriere fra magistratura giudicante e magistratura inquirente. Per altro verso però Berlusconi e Forza Italia non possono essere liberali e garantisti in Italia e putinisti a livello geopolitico. Infatti Putin ha aggredito l’Ucraina con due obiettivi: l’acquisizione di una parte di essa e l’affermazione nell’altra di un governo fantoccio. Un disegno del genere non può essere accettato da chi si dichiara liberale e garantista in nome di valori decisivi ovunque, in Italia e in Ucraina. 

Fabrizio Cicchitto

 

A proposito. Ma è davvero un “cavillo” il fatto che dei pm che dovrebbero accertare i fatti attraverso le indagini non sono in grado di accertare i fatti senza alterare le indagini? Ed è normale che venga considerato un semplice “cavillo”, da parte dei postini delle procure, il tentativo di calpestare ciò che resta dello stato di diritto?

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