Lettere
Ricordarsi chi ha gestito un pandemia con i vaccini e chi senza
Chi ha scritto al direttore Claudio Cerasa
Al direttore - Tra Reddito di cittadinanza nell’attuale formulazione, Quota 100, decreti sicurezza, 110 per cento e – in concorso – riduzione del numero dei parlamentari, fare Conte senatore a vita mi sembra provocatorio perfino per gli standard dell’elefantino. Se di Covid e di laticlavio si vuole parlare, altro è il nome che viene in mente: il generale Figliuolo.
Franco Debenedetti
Non ricordo chi, tra Conte e Figliuolo, ha gestito una pandemia con i vaccini e chi l’ha gestita invece senza vaccini. Smemoratacci che siamo!
Al direttore - Mia, Gia: più che acronimi del nuovo Reddito di cittadinanza, sembrano i nomi di due automobili giapponesi. Così il governo difende il made in Italy?
Michele Magno
A proposito di Reddito di cittadinanza, una storia istruttiva sulle competenze presenti nella maggioranza di governo, segnalata dal professor Gian Luigi Gatta sul sito “Sistema penale”. Per un errore tecnico, nota Gatta, nel maxi emendamento che ha accompagnato l’ultima legge di Bilancio la maggioranza ha abrogato “le norme sanzionatorie di corredo alla disciplina del reddito di cittadinanza”. Ciò significa che il centrodestra “non si è verosimilmente accorto che, abrogando l’intera disciplina del sussidio a decorrere dal 1° gennaio 2024, ha disposto anche l’abrogazione delle norme incriminatrici previste dall’articolo 7, cioè della disciplina sanzionatoria per l’indebita percezione del sussidio”. “Si tratta – continua il professore – di un’abrogazione realizzata da una norma della legge di Bilancio entrata in vigore il 1° gennaio 2023, con effetto differito al 1° gennaio 2024. In altri termini, la norma abrogatrice è già entrata in vigore, ma l’abrogazione, anche delle norme penali, si realizzerà alla fine dell’anno. Non può che trattarsi dunque di una svista, considerato che è del tutto irragionevole – tanto più nel contesto di una maggioranza parlamentare che invoca spesso la certezza della pena – abrogare, assieme al reddito di cittadinanza, le norme penali che sanzionano l’indebita percezione di quel sussidio. Ed è ancor più irragionevole farlo con effetto differito al 1° gennaio 2024, assumendosi il rischio di veicolare un messaggio potenzialmente criminogeno: l’indebita percezione del reddito di cittadinanza, tra un anno, non sarà sanzionata”. Niente male, no?
Al direttore - Una espressione particolarmente infelice sotto il profilo costituzionale, ma non per questo distante dalla realtà su un piano meramente descrittivo, definisce da tempo il Consiglio superiore, supremo organo di autogoverno posto a tutela della indipendenza del potere giudiziario, come il “Parlamento dei magistrati”. Ed è così che mentre la giustizia penale continua purtroppo a cadere a pezzi, nel totale disinteresse per i profili organizzativi e per la diversa capacità di lavoro dei singoli magistrati, continuiamo invece ad ascoltare in questi giorni puntuali e autorevoli interventi pubblici sui principali temi di attualità, che vanno ovviamente dal caso Cospito alla tragedia di Cutro e che vedono inevitabilmente contrapposti gli esponenti di Magistratura democratica e quelli di Magistratura indipendente. Ma non è tutto: se qualcuno avesse pensato a una sorta di “bipolarismo giurisdizionale” (già di per se stesso incompatibile con la funzione costituzionale del Consiglio e con l’ovvia esigenza di valutare i magistrati per ragioni del tutto indipendenti dalle loro opinioni politiche), le dichiarazioni dell’ex consigliere Ardita sui “poteri oscuri” che avrebbero determinato la nomina dell’ex procuratore di Roma Prestipino hanno poi subito ricordato anche la perdurante esistenza di una componente “extraparlamentare” della magistratura che non sembra poter resistere alla tentazione di sparare contro il “sistema”. Per carità, nulla di particolarmente nuovo per gli addetti ai lavori, ma forse, dal presidente della Repubblica in giù, arriverà prima o poi il momento di intervenire davvero sul problema delle correnti, chiedendo ai magistrati tutti di mettersi semplicemente dalla parte dello stato e dei cittadini, i quali continuano ad avere assoluto bisogno della loro professionalità, della loro indipendenza e del loro impegno.
Francesco Compagna
Errata corrige. In merito all’articolo “Scontro all’Anm”, pubblicato sul Foglio di ieri, si precisa che il gruppo Unicost non ha votato a favore della delibera su Cutro approvata dall’Anm. Solo un componente di Unicost ha votato a favore, ma a titolo personale.