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La donna, i figli e la izquierda, meglio della sinistra italiana
Chi ha scritto al direttore Claudio Cerasa
Al direttore - Astuzie sovraniste: Giorgia Meloni chiede comprensione a Bruxelles per i ritardi del Pnnr ma non ratifica il Mes.
Michele Magno
Fare piano.
Al direttore - In un paese – e in una Europa, e in un occidente, se vogliamo allargare l’angolo della visuale – che di figli ne fa sempre meno è tutto un discutere e approntare metodiche di come fare i figli; e di rivendicarli anche quando madre natura, e con essa la riproduzione sessuale, manca degli strumenti adatti. Il figlio, più che non le coppie eterosessuali, che del resto si formano poco e sempre più tardi, sembra riguardare oggi in modo particolare quelle coppie monosessuali che paradossalmente rivendicano matrimonio, figli e famiglia in quelle forme tradizionali fino a oggi appannaggio delle coppie eterosessuali e che queste ultime se non abbandonando stanno certamente indubitabilmente sottoponendo a un severo filtro critico. Il figlio si allontana in tanti modi dalla riproduzione, conseguenza dei rapporti sessuali tra maschio e femmina, per diventare sempre più spesso il prodotto della congiunzione, affidata alla tecnica, di gameti femminili e maschili. E nel mentre questo succede si polarizza l’idea stessa del figlio. Fardello che intralcia il cammino e il successo nella vita terrena, l’unica della quale godere – per molti; bene imprescindibile che quella stessa vita nobilita ed eleva alla dignità del dell’essere e del vivere – per la maggioranza. Ma tra i molti e la maggioranza il divario, ch’è sempre apparso più che incolmabile, si assottiglia. E intanto che il figlio è tornato per molte ed estroverse vie centrale nelle varie e differenziate filosofie di vita, anche quando se ne respinge l’idea stessa, l’Italia si prepara a un rimpicciolimento della sua popolazione che si spera non esiziale, l’occidente a una resistenza demografica che sarà possibile grazie soprattutto alle migrazioni, e il mondo a una regressione del popolamento che esploderà già nel settimo decennio di questo secolo e che nessuno è in grado di dire quando e dove e come si fermerà.
Roberto Volpi
A proposito di figli. Andrebbe fatto un monumento alla ministra per le Pari opportunità spagnola, Irene Montero, che due giorni fa, dopo aver appreso che Ana Obregón ha avuto a 68 anni un figlio attraverso una maternità surrogata, ha utilizzato parole che sarebbe bello ascoltare dai leader della sinistra italiana: la surrogata, ha detto, è fuori legge, ed è “una forma di violenza contro le donne” che si nutre della povertà delle donne incinte. E lo stesso ragionamento, a poche ore di distanza, ha fatto María Jesús Montero, vicesegretaria del Psoe, che ha definito la pratica un puro “sfruttamento del corpo della donna”. Almeno su questo, in Spagna, viva la izquierda.
Al direttore - Carlo Rovelli ha scritto saggi sul tempo, ipotesi metafisiche fra le tante (vedi Smolin) e forse valide, ma si è dimenticato del “tempo storico” che non è un’ipotesi. Come tutti gli intellettuali del Novecento che sfarfallavano dal sol dell’avvenire al paradiso comunista, facendo finta di non vedere i quotidiani crimini della vita reale che precedevano il Paradiso. E anche allora confondendo causa con effetto, errore non proprio leggero sia per lo storico sia per il fisico che vuole parlare di storia.
Emilio Sisi