Lettere

Dopo la sospensione della maestra di Nuoro aboliamo le feste di Pasqua

Chi ha scritto al direttore Claudio Cerasa

Al direttore - Strepitoso il pezzo di Carmelo Caruso sulla pirotecnica bulimia di cultura nazionale della destra. E dire che nella sua ansiosa ricerca dell’identità degli italiani mancavano, mi è parso di capire, dettagli come il machiavellismo, il “particulare” guicciardiniano, il tengo famiglia, il mammismo, il gallismo, l’arte di arrangiarsi, il gattopardismo.
Michele Magno

Dante sarebbe stato fiero dei suoi allievi.

 


 

Al direttore - In Veneto è scoppiata in alcuni licei una polemica contro la pratica della “carriera alias” che consente agli studenti di essere registrati e di avvalersi del nome che scelgono a titolo di identità di genere. A Nuoro una maestra è stata sospesa senza stipendio per 20 giorni perché aveva insegnato le preghiere ai bambini. Nel primo caso è arrivata agli insegnanti ogni tipo di solidarietà in nome dei diritti civili; nel secondo la maestra ha dovuto arrangiarsi. Nel primo caso i genitori erano d’accordo con la “carriera alias”; nel secondo sono stati alcuni genitori a denunciare la maestra. Lei, caro Cerasa, che idea si è fatta?
Giuliano Cazzola

A scuola, ci si ricorda che i presidi hanno potere solo quando devono fare politica. Quanto al caso della preside di Nuoro, suggeriamo un nuovo provvedimento il prossimo anno: vietare le feste di Pasqua, per evitare di offendere chi non festeggia la Pasqua.

 


 

Al direttore - L’onorevole Rotondi sembra preda di “allucinazioni politiche”. La Democrazia cristiana ha svolto – lo scorso 17 e 18 febbraio – il suo XIX Congresso nazionale, rieleggendo i propri organismi statutari; ha la piena e legittima disponibilità – a differenza di tutti gli altri propalatori di inesattezze – del suo simbolo e della sua denominazione; ha comunicato a tutte le istituzioni italiane, nelle forme previste per legge, la sua riorganizzazione, non essendo il partito mai stato sciolto, come gli organismi giurisdizionali italiani, chiamati a decidere, hanno statuito. Per chiunque abbia avuto a che fare negli anni con la Democrazia cristiana, il velleitario e improponibile accostamento politico, fatto dall’onorevole Rotondi, di assimilare la presidente Meloni al partito che ha visto militare al suo interno: De Gasperi, Sturzo, Moro, Andreotti, Anselmi, Fanfani, De Mita, Iervolino etc., può apparire – solo ed esclusivamente – una “allucinazione politica” di un parlamentare molto confuso dal panorama partitico del nostro paese. Rotondi – pro tempore – è un parlamentare di Fratelli d’Italia e non della Democrazia cristiana; non è iscritto al nostro partito e non è parte dei nostri organismi statutari. Aggiungo, inoltre, che al deputato di Fratelli d’Italia è stato più volte comunicato, anche tramite diffida inviatagli dal segretario nazionale della Democrazia cristiana, che la tutela del nostro simbolo e della nostra denominazione spettano, solo ed esclusivamente, al partito e a chi oggi lo rappresenta, più chiaro di così. 
Fabio Desideri
coordinatore politico nazionale Dc

Rido per non piangere.

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