Lettere
Ieri da abolire, oggi da tenere. Il caos di Pd e M5s sul decreto Dignità
Chi ha scritto al direttore Claudio Cerasa
Al direttore - Ora che il bidone della “trattativa” è scoppiato, occorre ricordare Massimo Bordin che per anni si adoperò per smascherare la mistificazione giudiziaria. Lo sollecitai a raccogliere le sue idee in un libro, mi rispose che si poteva fare un lavoro comune. Pubblicammo a doppia firma “Complotto! Come i politici ci ingannano” (Marsilio 2014). La mia parte riguardava tutti i complotti-fake della Repubblica e Massimo scrisse la parte più importante, “Uno strano processo per una strana trattativa”. Sono passati 9 anni e vale la pena di rileggere quel che Massimo scrisse allora con preveggente lucidità. Un saluto.
Massimo Teodori
Sono andato a ripescare alcuni articoli scritti dall’altro Massimo sulla Trattativa e ne ho trovato uno formidabile del settembre del 2017. “Indicativo è quel che dice il dottore Di Matteo quando cita la sentenza della Corte d’assise di Firenze nella quale si scrive che il contatto fra il Ros e Vito Ciancimino ‘oggettivamente provocò in Cosa nostra la consapevolezza che la strategia delle bombe pagasse’. Peccato, notò all’epoca Bordin, che quella frase fa dire ai supporter della trattativa stato-mafia che essa è “accertata per sentenza” e omette il fatto che “tutti i processi, cinque, che sulla questione della trattativa sono arrivati a giudizio, in due casi definitivo, ne negano ogni fondamento in tutte le sentenze di vario grado e assolvono gli imputati”. Grazie Massimo. A te e all’altro.
Al direttore - Ricordo bene o il M5s che oggi protesta contro l’abolizione del decreto Dignità aveva già proposto in Parlamento di eliminare il decreto Dignità?
Mara Marini
Storia divertente in effetti. Avete presente oggi tutti i partiti di centrosinistra, dal Pd al M5s, che protestano fortissimamente contro il governo Meloni per aver abolito di fatto il decreto Dignità? Bene. Quegli stessi partiti, nel dicembre del 2022, avevano proposto un emendamento alla legge di Bilancio per la “Deroga alla disciplina dei contratti a tempo determinato” che, sul tema delle proroghe dei contratti a termine indovinate cosa prevedeva? Proprio quello: non applicare più il suddetto decreto ai dipendenti dei gruppi parlamentari. Niente male, no?