lettere al direttore
La grande monnezza. Confronto Ama-privati, un'idea per Gualtieri
Chi ha scritto al direttore Claudio Cerasa
Al direttore - Scranno assai scomodo quello del segretario del Pd. Andrebbe sostituito con una sedia ergonomica.
Michele Magno
Mancano purtroppo le materie prime. Per avere presto una sedia ergonomica. E per trovare in fretta una buona guida del Pd. .
Al direttore - “Roma capitale”… della monnezza. L’Ama è quella che è, un’azienda inqualificabile. Ma la responsabilità del degrado romano non è tanto dell’Ama quanto del sindaco Roberto Gualtieri e degli assessori incapaci di prendere un solo provvedimento efficace, forse prigionieri di lobby e consociazioni di bassi interessi. Prendersela con i sindaci di destra e grillini è uno scaricabarile facile. Per affrontare il degrado romano è necessario risalire alle cause e non solo denunziare l’effetto sporcizia ormai diffuso ovunque, che cresce secondo una curva iperbolica. Ecco le questioni da affrontare con il bisturi, almeno per salvare la parte più preziosa della città: a) arrestare la proliferazione indiscriminata dei B&B, case vacanze e simili: tutte calamite che attirano le masse di turisti “mordi e fuggi” che devastano i siti storico-artistici, rovinano i condomini, alterano il tessuto sociale dei quartieri tradizionali trasformati quasi in bidonville, pregiudicano una sana urbanistica, non pagano alcuna tassa, e producono monnezza, tutto a vantaggio di un nuovo ceto di piccoli affaristi-evasori che non risarciscono in tasse la comunità; b) regolamentare la moltiplicazione in pochi metri di locali di pizza a taglio, paninerie, cibo da strada e mini-market che attirano nel centro storico masse di turisti e residenti di altre zone, tutti pronti a insozzare le strade; c) farla finita con l’assenza completa dei vigili urbani dediti a chissà quale altra attività redditizia mentre in loro assenza tutto l’illecito diventa possibile. Questa non è la lamentela di un abitante che risiede a 100 metri dal caos di piazza Madonna dei Monti. E’ la chiamata in causa diretta del sindaco e della sua giunta incapaci di gestire una presunta “capitale” che è tale solo per la “monnezza”. Gualtieri passerà alla storia non come colui che ha redento Roma dai predecessori populisti ma come il responsabile di una metropoli che non ha saputo fare alcunché di efficace per salvare uno straordinario ambiente storico-artistico che non è suo né dei proprietari dei B&B e delle paninerie ma appartiene al cosiddetto “patrimonio dell’umanità”. Un saluto.
Massimo Teodori
Modesta proposta per il sindaco Gualtieri. Ma perché, invece che dare premi ai dipendenti di Ama per fare il lavoro che dovrebbero fare, non indire una gara per affidare la raccolta dei rifiuti in un municipio di Roma ai privati? E mettere poi a confronto le performance del pubblico con quelle del privato? I termovalorizzatori, per una città come Roma, sono come le politiche sulla natalità: prima o poi produrranno risultati, ma nell’attesa che producano risultati i problemi li vogliamo risolvere o li vogliamo assecondare? Pensarci, grazie.
Al direttore - Caro Cerasa, un sornione Elefantino stamane (ieri per chi legge, ndr) ironizza su dispute e scomuniche incrociate tra reduci della sinistra informativa, che neppure gli stanchi bonapartisti protagonisti dei “Duellanti” di Conrad avrebbero saputo inscenare con tanta abnegazione. Lo fa citando un motto della politica francese che la leggenda fa risalire ai tempi della Comune: “Un pur trouve toujours un plus pur qui l’épure”. Fu coniato, pare, da Ernest Picard, onesto democratico ostile prima a Napoleone III e poi alle asprezze comunarde. Ebbene, quel motto andava sospirando Bettino Craxi nei suoi giorni bui ricordando a chi lo ascoltava che a soffiarlo nelle sue orecchie di giovane socialista era stato un uomo, diciamo con un eufemismo, avvezzo alle baruffe parigine tra compagni in esilio, Pietro Nenni. Mai però il buon leader romagnolo, né Bettino, né tantomeno Ernest Picard avrebbero potuto immaginare che, nell’onda di surrealismo in cui veleggia la sinistra italiana al tempo del governo Meloni, il motto dei democratici allergici a ogni estremismo avrebbe potuto sublimare nel suo opposto di mirabile conio elefantino: “Il y a toujours un épurée plus épurée qui t’épure”.
Luca Tartufi
Gareggiando a fare gli epurati, troverai sempre uno più epurato che ti epura.