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lettere al direttore

Permettere ai russi di fuggire dalla Russia per indebolire il regime

Chi ha scritto al direttore Claudio Cerasa

Al direttore - Prima la pandemia, poi l’invasione    dell’Ucraina: il terzo decennio del Terzo millennio non è iniziato sotto i migliori auspici, per usare un eufemismo. E ne stiamo pagando lo scotto nel discorso pubblico. “El sueño de la razón produce monstruos”, recita il titolo dell’acquaforte di Francisco Goya. E’ così. Dietro al successo dell’astrologia, dello spiritismo, del cospirazionismo, del complottismo, delle più strampalate teorie scientifiche, si cela la tendenza ad alienare una libertà considerata troppo pesante e generatrice di angoscia. Ci si aggrappa perciò a idee irrazionali, che consentono di attribuire la responsabilità di ciò che accade a potenze oscure. Da qui quel malessere che un tempo solo le élite culturali conoscevano, e che oggi è un fenomeno di massa. In un libro pubblicato per la prima volta in Francia nel 2003 e ristampato in italiano da Dedalo (“Storia del mal di vivere. Dalla malinconia alla depressione”), lo storico Georges Minois si chiedeva se non fossimo di fronte “a una sorta di bivio […] fra l’idiozia e la depressione, fra un avvenire di imbecilli felici o di intellettuali depressi”. Nel nostro paese, vent’anni dopo, quel dilemma non è stato ancora sciolto.
Michele Magno

A proposito. Un caso di scuola interessante per illuminare le circostanze all’interno delle quali il sonno della ragione tende a produrre “monstruos” è quello che ha descritto con parole molto chiare ieri un commentatore della  National Review: John Fund. Fund ha notato che, subito dopo il tentativo fallito di marciare su Mosca da parte di Prigozhin, le tariffe aree per allontanarsi dalla Russia, vista la forte e improvvisa domanda di biglietti, sono aumentate in modo esponenziale, arrivando a 4.200 dollari per andare a Dubai, 850 dollari per andare a Istanbul, 1.000 dollari per andare a Erevan, in Armenia. Le ondate di emigrazione dalla Russia non sono una novità. Nei primi due mesi di guerra si stima che i russi fuggiti siano stati pari a 200 mila. In autunno si stima che le persone che hanno lasciato il paese siano state circa 400 mila (i dati sono stati offerti giorni fa dal Wall Street Journal). E i paesi più assennati, maggiormente desiderosi cioè di dare un colpo ulteriore alla Russia, dovrebbero fare quello che ha proposto di fare Biden mesi fa, ancora senza successo: consentire ai datori di lavoro di assumere lavoratori stranieri istruiti per alcune occupazioni speciali, alleggerendo le regole, attingendo ai talenti russi per colmare la nostra carenza di manodopera tecnologica e spingere i russi a fuggire dalla propria terra. Nell’aprile 2022, il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, suggerì che “i paesi europei dovrebbero considerare di offrire asilo ai soldati russi che lasciano i loro posti in Ucraina”. Le sanzioni sono importanti, le armi pure. Ma permettere ai russi di scappare dalla Russia potrebbe essere un modo ulteriore per tagliuzzare le gambe al regime. Se non ora, quando?

   


   

Al direttore - Sono con lei sulla responsabilità oggettiva e su quanto eccepisce sulla condanna dell’Appendino. La quale, però, farebbe bene a prendersela, più che con i magistrati, con i suoi, che hanno determinato questo clima giustizialista. Ma voglio darle il punto di vista di chi la piazza l’ha vissuta per decenni come funzionario di Polizia. Governare la folla è impossibile e lo può credere solo chi non c’ha avuto mai a che fare. I reati conseguenti dovrebbero essere puniti solo per colpa grave. Altrimenti non se ne esce e male a chi ci capita… Saluti.
Pasquale Manzo

 


 

Al direttore - Nel pezzo sulla fuga da Montecitorio, ieri, per un banale errore di scrittura ho lasciato intendere che su settantasei vincitori di concorso per assistente parlamentare alla Camera dei deputati avessero preso servizio in dieci. Correggo adesso il mio sbaglio, e mi scuso con i lettori: su settantasei vincitori in dieci non hanno preso servizio. Grazie.
Salvatore Merlo

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