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Lettere

Tagliare le tasse di due punti di pil per una riforma davvero di destra

Chi ha scritto al direttore Claudio Cerasa

Al direttore - Ho letto la notizia del via libera definitivo del Senato al ddl di delega al governo per la riforma fiscale. Ho cercato qualche notizia per capire in cosa questa delega sia frutto del lavoro del centrodestra. In cosa, in questa delega, sia possibile cogliere un tratto identitario del governo. Non ho trovato nulla. Mi sbaglio?
Mario Artoni

Non sbaglia. Le suggerisco, sulla delega fiscale, il commento di Luigi Marattin, di Italia viva (che ieri ha votato a favore della delega, con il governo). Tema: la delega fiscale è in totale continuità col governo Draghi. Su cosa? “Dalla semplificazione dell’Irpef alle modalità di abolizione dell’Irap, dalla riduzione del numero di aliquote Iva all’intervento sull’Ires, dalla mensilizzazione opzionale del pagamento delle imposte da parte degli autonomi alle microtasse, dalla codificazione al superamento della distinzione tra bilancio civilistico e bilancio fiscale, passando per la semplificazione della tassazione dei redditi finanziari”. Meloni ha fatto copia e incolla dalla legislatura precedente. Ma il problema resta: la delega fiscale è vuota e per il centrodestra avere una delega fiscale che non dice nulla, che non esprime una visione, che non offre una nuova direzione è una sconfitta. Rilanciamo la nostra proposta di ieri: destinare due punti di pil a un taglio robusto delle tasse. E magari tirare fuori l’idea consegnata dal ministro Giorgetti a questo giornale: tagliare le tasse a chi fa figli. L’alternativa è morire di pizzichi.



Al direttore - Mio fratello mi ha fatto ragionare sul fatto che nostro nonno è stato un grande “attivista green”. Anzi, direi un modello di sostenibilità. Tutto nasce dalla “metafora dell’idrolitina”, la chiamerò così. Mio nonno aveva una bottiglia di vetro. Una. La riempiva per ogni pranzo di acqua e (a volte, nei giorni di festa) la riempiva di idrolitina, e noi eravamo felici di bere acqua frizzante. La stessa bottiglia. Ogni giorno. Nessuna logica di riciclo. Nessuna raccolta differenziata. Nessuna plastica. Una bottiglia. Uguale, anzi la stessa. Forse il problema sta proprio nel ribaltare il paradigma. Il problema sta nella (falsa) offerta che ci siamo creati. E così, in tutti i campi, produciamo inutile spazzatura, provando a renderla intelligente e a riciclarla. E non parlo solo di plastica e di vetro o di “spazzatura fisica”. Ci hanno ingannati. Ci siamo fatti ingannare. In fondo sarebbe troppo facile dire che sarebbe sufficiente tornare a una bottiglia.  Una. E all’idrolitina la domenica.
Fabio Pagliara


 

Al direttore - Le prossime elezioni suppletive per il collegio di Monza hanno acceso il dibattito nel centrosinistra lombardo. In tal senso, vorrei offrire un contributo sull’importanza della candidatura di Simone Uggetti, ex sindaco di Lodi. Dopo un lungo calvario giudiziario, durato ben sette anni, a Simone Uggetti è stato finalmente riconosciuto di aver agito “nell’interesse pubblico” dei cittadini. Questa esperienza renderebbe la sua candidatura al Senato uno straordinario segnale politico. Oltre al valore umano di raccogliere un ampio sostegno per un uomo che dimostrerebbe di non essere culturalmente subalterno nel delicato rapporto tra giustizia e amministratori, la sua candidatura nascerebbe dal basso, rappresentando la territorialità di un amministratore lombardo vicino alle necessità dei lombardi. A confronto, una figura come Adriano Galliani, uomo di successo, o una catapultata da Roma, potrebbe non rispecchiare lo stesso riscatto meritato da Uggetti. La vita, come un amico mi ha insegnato, non si pareggia mai del tutto, ma almeno si può provare a migliorare le cose. Immaginiamo un Senato con un’etica politica arricchita da figure come Simone Uggetti, dove il merito viene premiato e il bene comune è la priorità assoluta. Sarebbe un segno di progresso, dove il valore dell’impegno e della dedizione è posto al centro della politica. Quando si presenta  l’opportunità di scegliere tra una personalità di successo e una che ha dovuto lottare per dimostrare la sua innocenza, perché non puntare sulla speranza di un futuro più giusto? Ringraziando per l’attenzione, auguro che questo pensiero possa aggiungere valore alla discussione in corso. Un cittadino democratico con cuore e penna.


Nicolò Gatta, Partito democratico di Brescia

Ottima idea!
 

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