(foto Ansa)

lettere al direttore

Perché in Europa è arrivata l'ora della maggioranza “Urca”

Chi ha scritto al direttore Claudio Cerasa

Al direttore - Ma le anime belle di Anm e Csm sempre pronte a dare lezioni di moralità e di legalità ai comuni mortali non hanno niente da dire sui magistrati che svacanzano pagando 7 euro al giorno in diversi “resort” dell’amministrazione penitenziaria? 

Frank Cimini


Al direttore - Mi ha molto colpito la storia della ragazza di Tivoli che dopo essere stata bocciata in prima media con sei materie insufficienti è stata ripescata grazie al Tribunale amministrativo regionale. Mi ha colpito la storia e mi ha colpito anche il fatto che nessuno si sia chiesto che razza di genitori siano quelli che piuttosto che pendere atto che il proprio figlio non ha studiato cercano di dimostrare che i veri somari sono gli insegnanti.

Lucia Arrini

E’ così. E lo abbiamo già scritto. Un mondo dove l’autorità degli insegnanti, delle scuole, dei presidi è minacciata ogni giorno da orde di genitori è un mondo desideroso di aggredire uno dei princìpi non negoziabili di una democrazia: il potere della delega. Foster W. Cline e Jim Fay, nel libro  “Parenting With Love and Logic: Teaching Children Responsibility”, hanno ben fotografato la dinamica di controllo e di protezione ossessiva dei genitori nelle scuole. La definizione di “genitori elicottero” è quella giusta. E fino a quando i genitori continueranno a comportarsi così non faranno altro che dimostrare che rispetto alla scuola i veri somari sono loro.


Al direttore - Dalla Versiliana Salvini ha spiegato ai suoi alleati Meloni e Tajani che non si può dire no all’estrema destra in Europa, perché altrimenti – questa è la tesi – una maggioranza europea dovrebbe per forza coinvolgere gli acerrimi nemici socialisti. Salvini è tornato sul punto commentando l’elezione, in Spagna, di una presidente della Camera socialista, grazie a un compromesso dell’ultimo minuto con i catalani di Junts, con queste parole: “Ecco cosa succede quando nel centrodestra si mettono veti e ci si divide, vince la sinistra nonostante abbia meno voti”. Se andiamo a vedere cosa pensano dell’integrazione europea gli amici europei di Salvini dovremmo dire: per fortuna che vincono i socialisti. In Europa, ciò che sta a destra dei popolari dell’Epp (il gruppo a cui è iscritta Forza Italia) ha un’idea di Unione europea molto riduttiva. Per i conservatori di Ecr – guidati in Europa da Giorgia Meloni – l’Unione dovrebbe raggiungere il suo livello massimo di integrazione diventando una confederazione. L’Unione attuale ha “esagerato”, è divenuta troppo “ambiziosa”, sostiene il manifesto di Ecr, che rifiuta visioni federaliste che implichino maggiore integrazione, proponendo una visione alternativa di tipo confederale. Nel parlare di confederazione Ecr intende qualcosa di meno di ciò che è l’Unione oggi: l’obiettivo è riprendersi sovranità e abrogare le istituzioni sovranazionali comuni come la Commissione. Si tratterebbe di un passo indietro. In una parola, di fronte alle sfide di oggi  la confederazione ci renderebbe più deboli e ci lascerebbe senza paracadute. Identità e democrazia, il gruppo di Salvini, Le Pen e AfD, che sta ancora più a destra dei conservatori di Ecr, afferma che “lo stato-nazione è il livello più alto possibile in cui la democrazia può funzionare pienamente” e si oppone “a qualsiasi nuovo trasferimento di potere dalle nazioni all’Ue”. Al contrario, i popolari dell’Epp sostengono che “in un mondo in cui nessuno stato membro da solo è abbastanza forte da sostenere le decisioni che influenzeranno il suo futuro, l’Europa deve riaffermare se stessa e difendere i suoi valori, tenendo unita l’Unione europea e lavorando per un’Europa migliore, più ambiziosa”. I socialisti del gruppo S&D ritengono che “la guerra di aggressione russa contro l’Ucraina, come punto di svolta storico, dimostra che l’integrazione della difesa tra i paesi dell’Unione europea è indispensabile per la sicurezza europea” e che “al fine di rafforzare il suo status globale, l’Unione deve rafforzare la sua integrazione politica”. Per questo, allo stato attuale, una “maggioranza Ursula”  appare ancora la soluzione più ragionevole per il futuro dell’Europa. Per avere voce in capitolo, però, ed evitare che per formare una maggioranza si debba guardare anche a forze che intendono retrocedere nel processo di integrazione, è necessario che i liberali che si iscrivono in Europa nel gruppo di Renew Europe eleggano il maggior numero di deputati possibile. Per quanto riguarda l’Italia, gli ultimi sondaggi sono impietosi: oggi i liberaldemocratici non eleggerebbero alcun deputato. Il progetto di Manfred Weber, il capogruppo dei popolari nell’Epp è noto: rompere l’alleanza su cui da anni si regge il governo dell’Unione sostituendo al gruppo socialista quello dei conservatori guidato da Giorgia Meloni, senza escludere di allargare l’alleanza ancora più a destra al gruppo di Identità e democrazia. L’Italia non può rimanere senza una voce liberale in Europa nella prossima legislatura se si vuole contribuire a evitare che la prossima maggioranza al Parlamento Ue si regga su chi ha una visione retrograda dell’integrazione.

 Piero Cecchinato

Ulivisti, repubblicani, conservatori, atlantisti. In Europa è l’ora della maggioranza “Urca”.

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