Lettere
Alla ricerca del centro. Viva la competizione, anche tra Renzi e Calenda
Chi ha scritto al direttore Claudio Cerasa
Al direttore - Sono stato un convinto assertore della necessità della creazione di un unico partito in Italia fra tutte le forze che si richiamano alla liberal-democrazia e si riconoscono nel liberalismo europeo. A Milano, all’assemblea dei liberal-democratici dello scorso 14 gennaio, mi sono anche attirato qualche mugugno da Renzi e Calenda per aver teso loro un amichevole trappola sul tema partito unico, da annunciare già in quella sede, allorché entrambi erano presenti. Resto convinto che le logiche e le dinamiche di un partito, anche con sensibilità differenti, siano le uniche che possano consentire una composizione e favorire una sintesi. Compromessi al ribasso, federazioni, alleanze, liste elettorali pasticciate, non portano a nulla di buono. Comunque, anche queste strade sono state percorse da Azione e Iv con risultati sconsolanti. Di chi la responsabilità è tema che appassiona i fan dell’uno o dell’altro leader, scatenati sui social, ma senza nessuna utilità concreta e soprattutto senza nessuna ricaduta politica. D’altronde chiediamoci se oggi avrebbe ancora senso una lista in comune da presentare a elettori inevitabilmente esterrefatti da quanto è successo, chiedendo loro un voto convinto. La toppa sarebbe peggio del buco. Tra poco la campagna elettorale per le europee entrerà nel vivo con programmi, composizione delle liste, progetti per il futuro. Azione e Italia viva andranno ognuno per la loro strada. E non sarà necessariamente un male. Ci sono paesi europei importanti a cominciare dall’Olanda dove esistono da tempo due partiti di riferimento di Renew (Vvd e D66). Certamente sono in concorrenza tra loro, ma neanche lontanamente arrivano ai conflitti che vediamo in Italia tra Iv e Azione. Ahimè nelle prossime settimane sarà probabilmente inevitabile l’aumento dello scontro politico tra le due formazioni. C’è da augurarsi che dopo le rispettive assemblee nazionali di ottobre la tensione si plachi e ognuno vada serenamente per la strada che ha deciso di intraprendere. So bene cosa rappresenti l’asticella dello sbarramento al 4 per cento alle elezioni europee. Mi rendo conto che entrambi rischiano. Ma non mi sento di escludere che le due liste superino un tale scoglio, apportando una discreta pattuglia di parlamentari al futuro gruppo di Renew. D’altronde questa è la politica. Rischiare è nell’ordine delle cose. Farlo per un ideale, per sostenere propri convincimenti o anche per interessi divergenti, è nobile cosa. Giusta o sbagliata lo diranno gli elettori.
Giuseppe Benedetto, presidente della Fondazione Einaudi
La lista unica era una buona idea, ma avere due partiti con un’identità tutto sommato forte che competono per cercare di conquistare uno spazio tra i blocchi di centrodestra e di centrosinistra può produrre involontariamente un meccanismo virtuoso. L’importante è provare a farlo con una visione, certo, con molte idee, ovvio, magari con qualche novità, possibilmente, ma con leggerezza, allegria, creatività e ricordando che l’eccesso di serietà di solito è sinonimo di naufragio. Viva la competizione. Anche tra Renzi e Calenda.